In copertina spicca un disegno, realizzato da Beppe Denaro, di una piccola barca che attraversa il Mediterraneo: Mamma Mazara scritto da Mario Foderà (edizioni Libridine pagine 274 pagine; 15 euro), è la storia di un un tunisino che si sentì adottato dalla cittadina con una tra le più grande flotte di pescherecci in Italia Il libro racconta il percorso da una sponda all’altra del mare Nostrum, da Mahdia a Tunisi, passando per il porto di Palermo e poi Mazara del Vallo.
“La città di cui i marinai mazaresi conosciuti al porto di Mahdia parlavano sempre. Su di essa il protagonista depone tutta la sua speranza, cosi come l’aveva riposta nel mare che aveva attraversato. La nuova vita inizia da piazza Regina e così, dopo umiliazioni, sacrifici e duro lavoro riesce a creare un futuro per lui e i suoi cari, giunge al punto di pensare e dire di sentirsi adottato”, afferma l’autore.
Il racconto narra tutto il percorso di un ragazzo tunisino verso un’esistenza migliore per se e la sua famiglia. Il cammino intrapreso intercalato da profonde contraddizioni umane e religiose è solo il preambolo sofferto, aspro e feroce che prelude e accompagna la sua tragedia.
“Essere costretto a emigrare per schiacciare la miseria è sempre un percorso doloroso e insidioso. Essere un emigrante analfabeta, ignorante e pieno di pregiudizi è una tragedia che può colpire, ferire lacerare l’esistenza di un uomo, la sua famiglia e la sua comunità e ne ritarda il percorso storico. A volte lo stordisce e a volte lo umilia, ma che non ferma Salem, la sua famiglia e la storia del suo popolo. E si potrebbe racchiudere in queste parole, “Dai problemi quotidiani una storia di riscatto sociale e di voglia di migliorarsi nonostante il gravare di condizioni ambientali pesanti”, prosegue l’autore.
Foderà sindacalista della Cgil ha incontrato quotidianamente i migranti nord-africani arrivati fin dagli inizi degli anni’70 a Mazara del Vallo per imbarcarsi sui motopesca, prima loro e le famiglie dopo. E ha cercato di aiutare queste persone, quasi sempre con pochi soldi in tasca, alle prese con le difficoltà della lingua e le peripezie della burocrazia”. Con leggerezza, sobrietà e un po’ d’ironia Foderà ci fa conoscere le contraddizioni dell’allora prima Marineria d’Italia.
L’autore ci fa conoscere anche il ruolo della donna nella cultura araba nei vari ruoli che la vita le assegna presentandocela comprimaria e protagonista, vincitrice e vinta, debole e forte. Alla fine ne viene fuori una vicenda individuale intrisa di fatica, tragedia e speranza. (ANSA).