Martedì 8 dicembre 2020 è il giorno della Festa dell’Immacolata Concezione, cioè del dogma cattolico in base al quale Dio ha voluto che la Vergine Maria fosse immune dal peccato originale. Come tale, dunque, degna di custodire in grembo Gesù e di farsi veicolo per la venuta sulla Terra del figlio di Dio. Questo dogma, sancito da papa Pio IX con la bolla Ineffabilis Deus pubblicata l’8 dicembre 1854, non è da confondere con quello del concepimento virginale di Gesù: si tratta di una questione teologica più complessa, che infatti fu discussa per secoli, talvolta anche con toni accesi e con reciproche accuse di eresia.
Le dispute intorno all’Immacolata concezione
La questione centrale è quella del peccato originale, che grava su ogni essere umano sin dal momento della nascita a causa delle azioni commesse da Adamo ed Eva: progenitori dell’umanità tutta, nati senza peccato, poi indotti dal serpente a disubbidire a Dio nutrendosi dei frutti dell’albero della conoscenza del bene e del male, e per questo cacciati dal giardino dell’Eden.
Siccome anche Maria è “figlia” di Adamo ed Eva, in teoria è portatrice del peccato originale: ci si pose dunque la questione di una sua natura speciale, del suo essere una dimora senza peccato per i nove mesi necessari al concepimento del figlio di Dio. Così vennero rintracciati indizi di questo fatto nei testi biblici e nel protovangelo di Giacomo, scontrandosi però con differenti interpretazioni da parte dei teologi.
Ad esempio c’era chi tendeva a ridimensionare il ruolo del peccato originale sull’umanità (Pelagio) e chi invece lo utilizzava per descriverci come una “massa dannata” (Agostino d’Ippona e Calvino). Un’idea che necessariamente riverberava sul discorso relativo alla natura di Maria. Poi ci fu chi discusse sul momento nel quale Dio aveva concesso a Maria una redenzione anticipata dal peccato originale: se cioè lei fosse nata peccatrice e fosse stata perdonata prima di diventare madre, oppure se fosse stata concepita già senza peccato. Chi era in disaccordo con l’opinione di un altro tendeva a tacciare quest’ultimo di eresia, accusa che poteva avere serissime conseguenze. Insomma, dotti teologi se le davano di santa ragione, metaforicamente parlando, ricorrendo anche a colpi bassi.
Il diverbio fu chiuso una volta per tutte con la già citata bolla papale Ineffabilis Deus, nella quale si legge che “la beatissima Vergine Maria, nel primo istante della sua concezione, per una grazia e un privilegio singolare di Dio onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intatta da ogni macchia del peccato originale”. Quindi Maria non era macchiata, era immacolata: da qui l’Immacolata Concezione che si celebra l’8 dicembre.
La festa
Secondo alcuni studiosi la festa dell’Immacolata Concezione affonda le proprie radici in un’altra celebrazione, che si svolgeva presso la chiesa bizantina e che ricordava la nascita di Maria dai genitori Gioacchino e Anna. Un fatto raccontato come miracoloso e avvenuto per grazia divina, sempre in riferimento alla speciale natura della futura madre di Gesù. Il trasferimento di monaci dall’Oriente all’Occidente e gli intensi rapporti fra l’Italia meridionale e Bisanzio hanno successivamente propiziato l’arrivo anche da noi di questa festività. Nei secoli successivi il culto si è propagato a tutto l’Occidente, soprattutto per iniziativa degli ordini religiosi benedettini e carmelitani, e l‘8 dicembre 1661 papa Alessandro VII inserì la festa nel calendario della Chiesa universale (con la bolla Sollicitudo omnium ecclesiarum). Tutto questo mentre ancora impazzava il dibattito che sarà poi sciolto, lo ricordavamo poco fa, solamente nel 1854.
Fonte: quotidiano.net