Sette casi di morbillo sono stati registrati a Trieste negli ultimi giorni. Fra questi emerge un caso di morte sospetta, dopo che il virus è stato rintracciato in un paziente affetto già da polmonite e altre patologie. Gli infetti sarebbero stati rintracciati in diversi reparti degli ospedali Maggiore e di Cattinara, mentre l’Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste conferma che sono in atto tutte le azioni di profilassi previste.
Il primo caso, emerso nei giorni scorsi, riguardava una donna colpita da una grave forma di polmonite. Altri due casi si sono manifestati lunedì tra il personale sanitario e ulteriori due sono stati riscontrati effettuando precise analisi su due persone ricoverate per una polmonite. Gli ultimi due tra mercoledì sera e venerdì. Riguardo al decesso, per accertare le cause bisognerà attendere la prossima settimana, quando verranno effettuati nuovi accertamenti anche sull’estensione del focolaio.
Medici: “Tasso di vaccinazione basso, era prevedibile” – Dal primo gennaio a oggi, in Italia ha ricordato il direttore sanitario dell’Asuits, Aldo Mariotto, “ci sono stati 2.248 casi dal primo gennaio al 31 agosto”, rendendo noto che le azioni di vaccinazione stanno coinvolgendo 200-250 soggetti tra dipendenti, fornitori e famigliari. “Era abbastanza prevedibile”, secondo il direttore del dipartimento di Igiene e sanità pubblica, Riccardo Tominz, “che prima o poi vi fosse un focolaio perché il tasso di vaccinazione è molto basso. Solamente la fascia 1-17 anni è risalita al 90%”. Complessivamente a livello locale è all’87%, “e siamo al di sotto della soglia dell’immunità di gregge che è del 95%”.
Burioni: “In Messico non hanno vittime dal 1996, da noi sì” – Dalla Leopolda l’infettivologo Roberto Burioni tuona che in Messico “dal 1996 non hanno più vittime per morbillo, possibile che da noi ora sia morta una persona a Trieste?”. La vaccinazione, ricordano gli esperti, pur se altamente consigliata rimane facoltativa anche tra il personale sanitario.
(Fonte: Tgcom24.mediaset.it)