Via libera al decreto della discordia, quello che ha messo a rischio la stabilità del governo gialloverde. Il presidente Sergio Mattarella ha firmato il decreto fiscale.
Dopo l’ultimo passaggio chiarificatore nel consiglio dei ministri di sabato scorso, è arrivata nella tarda serata di ieri la bollinatura da parte della Ragioneria Generale dello Stato.
Nel decreto c’è il mini condono su quanto dichiarato, che si realizza con una dichiarazione integrativa che ha tetti ben precisi ma sarà più ampia – fino a 30.000 euro – per i contribuenti che fanno ‘nero’ ma hanno dichiarato meno di 100mila euro. E il “saldo e stralcio” sulle cartelle di chi ha avuto difficoltà economiche, i cui contenuti saranno presto formalizzati in Parlamento.
Ci sono poi la cancellazione per le mini cartelle sotto i 1.000 euro, la rottamazione Ter per tutte le cartelle, e due sanatorie ad hoc per le liti e per chi ha avuto solo un verbale di accertamento. La ‘pace fiscale’ che il governo mette in campo ha tante sfaccettature, alcune ancora da definire come il ‘saldo e stralcio’, altre già definite con precisione nelle bozze circolate, altre come la dichiarazione integrativa speciale che riduce gli effetti penali inizialmente previsti.
Ecco le diverse sanatorie e per quali tipologie sono utilizzabili.
– “SALDO E STRALCIO” SULLE CARTELLE NON PAGATE: E’ l’ultima novità. Consentirà di abbattere, e di molto, quanto dovuto al fisco per cartelle non pagate. Ma solo per chi era in difficoltà. Per ora la proposta in campo – elaborata dal sottosegretario alle infrastrutture (Lega) Armando Siri – indirizza questo ‘perdono’ a prezzi stracciati a chi ha basso reddito o problemi di liquidità. Tre le aliquote, al 6%, 10% e 25%, che si declinano in modo diverso per le persone e per le società. Per le persone fisiche si applicano a chi ha un Isee sotto i 15.000 euro, tra 15.000 e 22.000 euro, tra 22.000 e 30.000 euro. Per le società se hanno debiti superiori al 20% del valore della produzione e un indice di liquidità inferiore a 0,3%, tra 0,3 e 0,6%, tra 0,6 e 0,8%. Ma chi ha già in corso la rottamazione? Potrà aderire al condono – se rientra nei criteri – ma solo per gli importi che non ancora versati.
– INTEGRATIVA, PER CAMBIARE VECCHIE DICHIARAZIONI: E’ il
condono che riguarda gli importi celati al fisco negli ultimi cinque anni e che consente di adeguare quanto non denunciato al fisco con una integrazione ‘speciale’, ma non senza paletti. Certo ha perso la possibilità di “scudare” alcuni reati come il riciclaggio e l’autoriciclaggio, o due imposte che si versano sugli immobili e sui capitali detenuti all’estero. La sanatoria è possibile solo per chi ha già presentato una dichiarazione, e potrà aumentare il valore del reddito al massimo del 30%, con un tetto complessivo di 100 mila euro l’anno. Doppia soglia che però non vale per chi ha dichiarato meno di 100mila euro che potrà comunque sanare fino a 30mila euro di imponibile non dichiarato. Su questi redditi emersi si paga una tassa del 20%.
– ROTTAMAZIONE TER, PER CARTELLE E MULTE: Per chi ha cartelle da pagare, ma non rientra nei criteri per il ‘saldo e lo stralcio’ arriva una versione ‘ter’ della rottamazione. La cartella si potrà pagare senza sanzioni e interessi con 10 rate spalmate in cinque anni. Questo rende la nuova sanatoria più conveniente delle vecchie rottamazioni. Vale anche per chi ha aderito alla rottamazione bis, che però dovrà versare le rate previste per quest’anno e potrà diluire quelle da pagare nel 2019.
– LO ‘STRALCIO’ SULLE MINI CARTELLE: L’annullamento sarà automatico per le mini-cartelle, quelle di importo inferiore ai 1.000 euro, emesse tra il 2000 e il 2010. Non è cosa da poco visto che impatterà sul 53% dei contribuenti con vecchie cartelle non pagate. Ma la convenienza è del fisco che abbandona meccanismi di recupero costosi per ottenere piccoli importi.
– CHIUSURA SULLE LITI: La regolarizzazione delle liti è ancora un’altra fattispecie: si vuole smaltire il contenzioso nelle commissioni tributarie, consentendo al contribuente di ridurre quanto dovuto. In particolare è previsto che il contribuente possa pagare solo il 20% del dovuto, chiudendo subito la causa con il fisco, se ha vinto in secondo grado o dimezzare il dovuto in caso di vittoria in primo grado.
– SANATORIA FLASH, DAI VERBALI AGLI ACCERTAMENTI: Ci sono anche delle sanatorie flash. E’ possibile mettersi in regola da subito per chi, dopo un controllo, ha ricevuto un verbale di constatazione: dovrà ripresentare la dichiarazione ma non paga sanzioni e interessi. Queste due voci non si pagano anche per gli avvisi di accertamento, di rettifica, di liquidazione o per gli atti di recupero notificati entro l’entrata in vigore del decreto legge, ma a patto che non siano stati contestati. Per aderire a quest’ultima sanatoria bisognerà essere veloci e fare domanda entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto.
(Fonte: Gds.it)