Nella bozza della Legge di Bilancio 2019 – ormai quasi definitiva e vicina alla discussione in Parlamento nelle prossime settimane – c’è spazio anche per l’alternanza scuola-lavoro, certamente l’aspetto più discusso della Legge 107/2015, meglio conosciuta come “Buona Scuola“, varata dal governo Renzi tre anni fa. Pare infatti che la Manovra agirà radicalmente sull’alternanza, ridimensionandola pesantemente. In base all’ultimo testo del disegno di legge varato dal Governo Lega-M5S, nel triennio finale delle scuole superiori, negli istituti tecnici e professionali dalle attuali 400 ore si passerà rispettivamente a 150 e 180 ore. Nei licei, invece, le ore di alternanza scenderebbero da 200 a 90. Numeri dunque più che dimezzati.
Dall’alternanza ai percorsi per le competenze e l’orientamento
Non solo, in futuro non si dovrebbe più parlare di alternanza scuola-lavoro ma di “percorso per le competenze trasversali e per l’orientamento”. Le modifiche, inoltre, sarebbero valide già dall’anno scolastico in corso, il 2018-2019. Se, come altamente probabile, il provvedimento avrà il via libera delle Camere, toccherà poi al Miur – entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge contenente la manovra 2019 – definire le linee guida in merito ai suddetti percorsi. Inoltre, le risorse del fondo destinato all’alternanza sarebbero assegnate alle scuole nei limiti necessari allo svolgimento del numero minimo di ore. All’orizzonte, dunque, una sforbiciata anche dal punto di vista finanziario.
Le prime modifiche all’alternanza scuola lavoro già un mese fa
Quanto indicato nella Legge di Bilancio, però, è solo la seconda parte di intervento – quella più operativa – che il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, ha messo in atto sin dalle prime settimane a viale Trastevere. Già nel decreto Milleproroghe – che ha avuto il via libera a settembre – l’alternanza scuola-lavoro non è infatti stata confermata come requisito per l’accesso alla Maturità 2019, quando fino a qualche mese fa sembrava che addirittura il colloquio orale dovesse consistere proprio nella presentazione delle esperienze lavorative realizzate.
Le dichiarazioni del Ministro già portavano in questa direzione
Ancora prima, a fine agosto, il responsabile del Miur era stato chiaro. Nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa”, aveva dichiarato: “Arriveremo più o meno a metà delle ore di scuola-lavoro nei licei. Gli studenti degli istituti tecnici ne faranno alcune di più perché è un’esperienza che ha avuto risultati positivi, ma è stata molto faticosa e non sempre funziona. E soprattutto non voglio che sia al centro dell’esame orale della maturità perché quello è il momento in cui lo studente deve poter esprimere sè stesso e le competenze acquisite con lo studio di cinque anni”. E ancora: “Non voglio che lo scuola-lavoro sia un apprendistato occulto. Abbiamo bisogno di sviluppare percorsi di competenze trasversali”. Per Bussetti, dunque, l’alternanza scuola-lavoro, così come realizzata dal governo Renzi, è fallimentare; assolutamente da rivedere.
Le critiche di docenti, studenti e genitori: tutti contro l’alternanza
Ma Bussetti non è stato l’unico a muovere nei confronti dell’alternanza così com’è oggi. Anche le associazioni studentesche, negli ultimi anni, sono state dure nei confronti dei tirocini obbligatori, denunciando numerosi episodi di ‘sfruttamento’ e chiedendo a gran voce un ripensamento generale. Le stesse perplessità manifestate anche dai docenti, più volte lasciati soli nel marasma organizzativo, tra apprendistati e imprese formative simulate. Persino i genitori, preoccupati per il fatto che l’alternanza potesse distogliere troppo i propri figli dagli impegni scolastici ordinari, avevano più volte storto il naso sull’iniziativa.
Come è strutturata l’alternanza ad oggi
Un sistema, quello destinato alla pensione dall’attuale Governo, che negli ultimi anni si era arricchito e completato. A oggi, infatti, l’alternanza è obbligatoria per tutte le studentesse e gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori, licei compresi. E dal 2015 ad adesso, a potenziamento dell’attività, sono comparse anche la Carta dei Diritti e dei Doveri e il Registro dell’Alternanza (sito internet in cui, gratuitamente, le imprese possono iscriversi mettendo a disposizione percorsi di alternanza presso le proprie strutture). Nonché la piattaforma del Miur sull’alternanza, dove gli studenti possono segnalare eventuali irregolarità.
Tante ore fatte ma poca qualità nei progetti
Alla fine gli sforzi iniziavano a essere ripagati. Secondo i dati elaborati da Skuola.net, alla fine dell’anno scolastico 2017/2018, quasi tutti i 3mila maturandi intervistati, nell’ultimo triennio delle superiori avevano svolto almeno il 75% delle ore di alternanza previste per il proprio indirizzo (150 nei licei, 300 nei tecnici/professionali), quota minima per la validità del progetto: negli istituti tecnici circa 8 studenti su 10, nei licei addirittura il 90%. C’è però da considerare l’altro lato della medaglia: il 75% dei ragazzi ha dichiarato di aver dovuto sottrarre del tempo alla preparazione dell’esame pur di arrivare ad una quota accettabile. Per non parlare della qualità dei progetti, con il 40% degli intervistati che si è detto insoddisfatto della propria esperienza di alternanza scuola lavoro. Gli scenari futuri, dunque, sono in continua evoluzione e in molte scuole tanti progetti sono ancora in stand by, in attesa di decisioni definitive.
(Fonte: Tgcom24.mediaset.it)