La legge italiana tutela la vita e la salute degli animali, non solo domestici, da ogni forma di male che possa essere loro arrecato.
Tuttavia, quotidianamente, si assiste ad episodi di maltrattamenti e crudeltà nei confronti dei nostri amici animali.
È di qualche giorno fa la notizia dell’abbandono di quattro cuccioli nella nostra citta’ di cui, purtroppo, uno soltanto é sopravvissuto.
La legislazione vigente prevede pene molto severe nei confronti di chiunque cagioni sofferenze inutili o addirittura la morte di qualsiasi animale o, ancora, maltratti,uccida, detenga in condizioni di trascuratezza, sottoponga a fatiche insopportabili o, infine, abbandoni un animale.
Vediamo, quindi, quali sono i principali reati in danno agli animali.
Il reato di maltrattamento di animali
«Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche ecologiche è punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro». (Art. 544 ter cod. pen.)
Contrariamente a quanto si pensi, il maltrattamento non è solo provocare lesioni all’animale, ma anche sottoporlo a fatiche che non sono proprie della sua razza (far trainare a un cane un carretto). C’è anche il doping degli animali che rientra nella casistica del maltrattamento.
Secondo la giurisprudenza si ha maltrattamento quando si crea sofferenza nell’animale, a prescindere dalla presenza di lesioni visibili o da violenze fisiche particolarmente crude. Secondo la Cassazione, gli animali sono esseri capaci di provare dolore e quindi tutelati dalla legge. Soffrono anche se non vengono curati, se non si dà loro da mangiare, se vengono abbandonati, se vengono tenuti in spazi stretti o a contatto con escrementi e in ambienti poco igienici.
Con riferimento a quest’ultimo elemento, la Cassazione ha detto che è responsabile per maltrattamento di animali chi costringe numerosi cani «all’interno di una gabbia di dimensioni anguste, mantenendoli in condizioni igienico-sanitarie gravemente deficitarie».
Sono considerati maltrattamenti anche gli interventi chirurgici destinati a modificare la morfologia di un cane o non finalizzati a scopi curativi vietati dalla legge come:
– la recisione delle corte vocali,
– il taglio delle orecchie,
– il taglio della coda.
Non è maltrattamento la sterilizzazione.
Integra il reato di maltrattamento di animali bastonarli per evitare che disturbino i vicini con il loro abbaiare.
Il reato di uccisione di animali (cd. animalicidio)
Il codice penale (art. 544 bis cod.pen.) punisce con la reclusione da quattro mesi a due anni chi, per crudeltà o senza necessità, provoca la morte di un animale.
Secondo la Corte di Cassazione, l’uccisione è giustificata solo quando serve ad evitare un pericolo imminente o per impedire l’aggravamento di un danno alla persona ritenuto altrimenti inevitabile e sempre che non sia avvenuta in maniera efferata.
Divieto di combattimento tra animali (art. 544 quinques cod. pen.)
Il codice penale punisce l’organizzazione o la direzione di combattimenti tra animali, nonché di competizioni non autorizzate che possono comprometterne l’integrità fisica, con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a 160.0000 Euro; l’allevamento o l’addestramento di animali destinati a combattimenti o competizioni non autorizzate sono invece puniti con la reclusione fino a due anni e con la multa fino a 30.0000 euro, che si applica anche al proprietario / detentore dell’animale allevato o addestrato a tal fine, se consenziente. Tale sanzione si applica anche a chi organizzi o effettui scommesse su combattimenti o competizioni non autorizzate.
Reato di abbandono di animali (art. 727 del cod. pen.)
Tale norma prevede testualmente che:
“Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro.
Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze”.
Ma cosa si intende specificatamente per abbandono di animali?
Il concetto di abbandono va ricondotto alla trascuratezza o al disinteresse verso l’animale e non invece all’incrudelimento nei suoi confronti o all’inflizione di sofferenze gratuite, atteggiamenti puniti con il reato di maltrattamento.
L’abbandono, in ogni caso, non va individuato nella sola precisa volontà di abbandonare l’animale, ma nell’intento più generale di non prendersene più cura nella consapevolezza dell’incapacità dell’animale di provvedere autonomamente a se stesso.
Cosa fare se si assiste, quindi, all’abbandono di un animale?
Per denunciare alle autorità giudiziarie la persona che sta abbandonando il proprio cane o gatto è necessario raccogliere e comunicare alle Forze di Polizia tutti gli elementi necessari all’individuazione dei responsabili:
– numero di targa dell’auto del responsabile
– informazioni precise su luogo, data e ora dell’evento
– indicare eventuali testimoni
– se possibile girare una video testimonianza dell’evento col proprio smartphone.
In generale, il privato può – e deve- sempre denunciare gli episodi costituenti ipotesi di reato a danno di animali di cui sia a conoscenza o effettuare una segnalazione alle autorità. La segnalazione può arrivare anche da un veterinario o da una associazione animalista. I veterinari, in particolare, che vengono a conoscenza di maltrattamenti di animali durante lo svolgimento delle loro mansioni (sia come liberi professionisti che come dipendenti dell’azienda sanitaria) hanno l’obbligo di denunciarlo alle autorità.
Avv. Giuseppina Gilda Ferrantello