Nell’attuale congiuntura civica di Mazara ci sono quartieri periferici non urbanizzati, soggetti a processi di degrado e di impoverimento sociale. La popolazione che vi abita vive un disagio nella sofferenza, nell’insicurezza, in rancore. Ciò viene messo in luce in diverse pagine del Rapporto “ Quo Vadis Mazara 2019 “ dell’istituto di ricerca Il Duemila in prossima pubblicazione. Fotografia sintomatica da cui ricevere una sintesi morfologica di due tipi di diseguaglianze entrambe dannose a Mazara. Un tipo comprende le diseguaglianze per la povertà di singole persone o intere famiglie, alleviate dalla solidarietà del servizio comunale, moltissime dalla Caritas delle Parrocchie. Altro tipo le diseguaglianze sociali delle periferie abbandonate con strade a fondo naturale, piene di buche, prive di fognatura, rete gas, di illuminazione pubblica e niente trasporto urbano. Rilevare e affrontarle è questione di società civile e non di bandiera politica. La loro promozione urbana deciderà, in gran parte, il futuro della nostra Città. E’ giusto dire che con il territorio non urbanizzato di periferia, Mazara sta scivolando verso il basso nonostante la popolazione che vi abita ha radicata identità culturale e tradizionale del Codice genetico di quella del centro urbano. Nel recente la politica amministrativa è stata molto restia e immobile ad andare oltre il centro storico e dare risposte alle domande scomode del dramma della diseguaglianza urbanistica, sociale, civica delle periferie.
Il Rapporto n” Quo Vadis Mazara 2019” mette a nudo le condizioni delle periferie per avere una conoscenza non occasionale delle loro implicazioni affinchè governare la città non significa solo tamponare le emergenze. Da qui la necessità che le priorità di Mazara oggi sono i quartieri abbandonati: Madonna dell’Alto, Bocca Arena direzione Granitola, Tonnarella, viale America, Australia, Kennedy da piazza Massimo D’Azeglio direzione autostrada e oltre. Tutti stati periferici di disfacimento territoriale. L’obiettivo è un Piano straordinario di infrastrutture per riequilibrare il sistema città, stabilendo pari opportunità urbanistiche alle vaste periferie. Naturalmente però il miglioramento di queste periferie è obiettivo determinante e affare di tutta la cittadinanza. E’ giusto ricordare che nel passato non lontano, quelle che oggi sono moderni quartieri di ex periferie, acquistarono volto e anima di città solo per effetto di grossi finanziamenti comunali per costruire strade asfaltate con servizi, in numero di dieci e più interventi nel corso di ogni legislatura. Numeri di grande successo urbanistico dell’intero sistema città, altrimenti destinato al caos.
C’è da auspicarsi che la nuova classe politica che andrà a cimentarsi per governare la Città, mette a punto velocemente il Piano delle Periferie di Mazara, in chiave di infrastrutture e tecnologie innovative per lo sviluppo del territorio non urbanizzato della città.
Istituto di ricerca Il Duemila