Si spacciava per ginecologo ed esperto di un presunto «trattamento anticoncezionale», ma il suo scopo era adescare ragazze minorenni e abusare di loro. Aveva creato una rete di profili su Instagram, quello del falso medico «dottoralbertoberti», più altri di false pazienti adolescenti, e in questo modo convinceva le minorenni a varcare la porta del suo appartamento. Lì, con la persuasione o le minacce, arrivava al suo vero scopo: il rapporto sessuale. L’uomo, un cinquantenne monzese, ingegnere, con moglie e figli, è stato raggiunto nei giorni scorsi da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla procura di Milano a conclusione dell’indagine condotta dagli agenti del commissariato di Monza, in servizio presso la sezione dedicata alla protezione delle fasce deboli. I reati ipotizzati sarebbero avvenuti nel Milanese e in Brianza. L’uomo, residente in Brianza, avrebbe avvicinato almeno tre ragazzine, di età compresa tra i 15 e i 17 anni, per poi abusarne sessualmente, dopo aver carpito la loro fiducia chattando sui social.
Gli inquirenti lo hanno descritto come una mente diabolica, e abile manipolatore. Utilizzava soprattutto il social network Instagram dove creava moltissimi falsi profili di ragazzine adolescenti. Con questa identità adescava le presunte coetanee, parlando di un fantomatico ginecologo in grado di curare la «frigidità» con un trattamento farmacologico che aveva anche proprietà anticoncezionali. Ovviamente dietro questo medico (che aveva anche un falso curriculum) c’era ancora lo stesso uomo che irretiva le vittime facendo leva sulla loro fragilità. Si faceva inviare le foto del loro corpo, e in due casi è riuscito a condurre due ragazzine di 15 e 17 anni in un appartamento della provincia di Monza dove ha abusato di loro. In un caso, quando una delle vittime si tirava indietro, ha cominciato a farle pressioni dicendo che avrebbe dovuto pagarle 365 euro per l’apertura della scheda. In un altro caso ha fatto sentire in colpa una ragazzina mandandole messaggi dai falsi profili delle coetanee che le dicevano che per colpa sua le altre non potevano proseguire il trattamento. Gli investigatori sino convinti che le vittime siano molto numerose e invitano a denunciare. Il procuratore Letizia Mannella ha invitato i genitori a «vigilare sulle frequentazioni social dei figli».
(Fonte: milano.corriere.it)