Una rivoluzione per le assenze dalla scuola dell’obbligo degli studenti dell’Isola. Nella Finanziaria bis, la manovra economica arrivata ieri all’Ars, spunta fuori un articolo, votato all’unanimità dall’aula, che cambia il meccanismo di certificazione delle assenze. In sostanza non dovrà più essere presentato il certificato sanitario per assenze inferiori ai dieci giorni. Fino a oggi il certificato era obbligatorio per le assenze superiori a tre giorni.
La norma è stata proposta dall’assessore all’Istruzione Roberto Lagalla: “Molte Regioni sono intervenute con l’abolizione della certificazione, altre hanno variato i termini di durata del periodo esente — dice Lagalla — la Sicilia, a seguito dei passaggi parlamentari della norma, ha posto l’obbligo solo dopo 10 giorni, identificando tale periodo come congruo per pretendere l’attestazione di guarigione da una malattia di natura presumibilmente infettiva o contagiosa”. Una norma che riguarda migliaia di studenti e che sarà in vigore dal prossimo anno scolastico.
Una seconda norma di peso è invece il via libera all’operazione immobiliare da quasi 200 milioni di euro sui beni delle aziende sanitarie non utilizzati in attività per i malati: le Asp potranno mettere sul mercato alcuni dei propri beni per coprire i disavanzi e dovranno avviare un’intesa con l’Agenzia delle Entrate per la valutazione degli immobili.
Un’altra norma approvata è quella che ridefinisce i compiti dell’ufficio del Garante dei detenuti, dotandolo di un contributo da 285 mila euro. Nel testo del “collegato” ci sono poi una miriade di fondi. Dal contributo alla Fondazione Whitaker pari a 360mila euro per la manutenzione di Villa Malfitano ai 300mila euro che il governo vuole stanziare per la tappa siciliana dell’European golf tour. Soldi anche alla Sas (1,5 milioni di euro) e all’Ast (10 milioni) destinati agli abbonamenti delle fasce deboli e dei militari. Il Pd e i 5Stelle hanno protestato conro questa norma: “Non possiamo dare questi contributi a pioggia senza regole precise”, hanno detto gli esponenti dei due gruppi parlamentari.
Scontro in aula sulla riforma degli appalti, inserita nel testo e al momento accantonata: il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè ha preso tempo dopo una relazione degli uffici dell’Assemblea che avevano definito la norma incostituzionale. L’assessore Marco Falcone, e i 5Stelle, invece vogliono votare la norma in aula. La proposta di legge modifica il sistema di aggiudicazione degli appalti, derogando alla legge nazionale. In sostanza viene eliminata la regola del massimo ribasso per importi superiori ai due milioni di euro. Introducendo un sistema di eliminazione dei massimi ribassi e delle offerte anomale molto complesso, e già in parte bocciato da Palazzo Chigi. Ma la pressione dell’Ance Sicilia è fortissima: gli imprenditori edili ne chiedono l’approvazione perché, con questa norma, a loro dire non ci sarebbero le offerte anomale delle grandi aziende del Nord.
(Fonte: Palermorepubblica.it – Antonio Fraschilla)