E’ ormai definitiva la condanna a 400 euro di multa inflitta, lo scorso dicembre, dal Tribunale di Marsala ad una maestra elementare di 57 anni, Benvenuta Forte, per lesioni ai danni di un alunno di 9 anni.
La Cassazione ha, infatti, rigettato il ricorso presentato dall’avvocato difensore Giovanni Lentini. Il fatto contestato risale al 13 ottobre 2010, quando l’insegnante diede uno schiaffo al bambino. Ceffone in seguito al quale l’alunno, adesso 18enne, andò anche a sbattere contro una statua. Il bambino era in fila con gli altri compagni davanti la scuola (l’elementare “Santa Gemma” di Mazara del Vallo) e come accade spesso a questa età, nell’attesa, rideva e scherzava con i coetanei. Forse, era un po’ più vivace. Ma questo non è chiaro. E per disciplinare il gruppo, a quanto pare, la maestra avrebbe fatto ricorso alle maniere forti. Sferrando uno schiaffo alla guancia sinistra del bambino, che in quel periodo aveva anche l’apparecchio per la correzione dei denti. Lo schiaffo, inoltre, sarebbe stato dato con una mano al cui dito la maestra aveva un anello. E questo avrebbe aggravato le conseguenze. In primo grado, la maestra era stata assolta dal giudice di pace Petrone. In sede di appello, però, il Tribunale di Marsala ha decretato la condanna. La sentenza è dello scorso dicembre. Per l’alunno, il Tribunale ha disposto anche un risarcimento danni. Nell’atto d’accusa, si legge di graffi al volto ed ecchimosi. Pare, che sulla guancia si notasse nitidamente il rossore. Le classiche “cinque dita stampate”. Nel frattempo, il medico che visitò il piccolo attestò un “trauma edema-gengivale” in conseguenza della “botta” arrivata all’apparecchio dei denti. Tra i testimoni, anche la sorella maggiore del bambino, che riferisce il fatto alla direttrice della scuola, che l’indomani convocò l’insegnante ed emise un provvedimento. I genitori del piccolo, da parte loro, sporsero denuncia, costituendosi poi parte civile con l’assistenza dell’avvocato Concetta Inglese, che esprimendo “grande soddisfazione” per la pronuncia della Suprema Corte commenta: “I fatti di cronaca in merito, purtroppo, denotano che tutt’oggi gli insegnanti dimenticano che lo scopo educativo non c’entra nulla con la violenza e che i vecchi metodi di insegnamento, bacchettate e scappellotti, devono riposare in soffitta”.
Fonte: Tp24.it)