Nel bollettino tragico di queste ore, con il numero di contagiati e di morti di coronavirus che sta salendo in modo esponenziale mettendo alla corda la capacità del sistema sanitario di ogni Regione, c’è un contatore numerico che sembra portare una buona notizia: da undici giorni non sbarca sulle coste italiane nemmeno un migrante. Dal 28 febbraio in poi ogni giorno il conteggio registrato dall’Unhcr è zero migranti arrivati in Italia, e un arco di tempo così largo senza sbarchi non si era mai avuto nell’ultimo anno.
Ne partono di meno in genere dalle coste africane, però in quegli stessi dieci giorni ne sono arrivati 858 sulle coste spagnole e 788 su quelle greche, e qualche spicciolata anche a Malta dove ne arrivano pochi, ma comunque in media una quindicina ogni giorno. Perché nessuno viene in Italia visto che partono dall’altra sponda del Mediterraneo? La risposta è semplice: hanno paura del coronavirus. Probabilmente i diretti trasportati, ma sicuramente i trasportatori che proprio sulle coste italiane sembrano non volere mettere piede. Se anche c’è qualche nave di Ong in attesa evidentemente prende altre rotte da quando in Italia sono esplosi i contagi.
E’ una prova in più che quel traffico è organizzato, ed è fatto da persone magari anche spregevoli ma che certamente sanno ragionare, e indirizzano i barconi dove pensano sia più opportuno. Adesso evidentemente non siamo più la terra promessa e anzi siamo diventati la meta da fuggire. Si è ben capito ieri quando hanno chiuso i voli da e per l’Italia anche quegli albanesi che ben ricordiamo come primi protagonisti di un esodo quasi biblico verso le nostre coste.
Lo zero sbarchi di questi giorni -con una durata record rispetto perfino all’anno di Matteo Salvini ministro dell’Interno- indica una volta di più che nulla di davvero spontaneo è mai accaduto nel Mediterraneo, e che qualcuno ha certamente la regia di ogni viaggio. E punta i barconi verso le coste che potrebbero essere meno respingenti per vari motivi. L’altro anno la meta principale di quei viaggi è stata la Spagna, poi il governo lì ha iniziato a fare la faccia feroce e i barconi hanno iniziato a puntare sulle coste dell’Egeo.
Da inizio anno la tendenza è quella: 8.432 sbarchi in Grecia, quasi la metà in Spagna, 2.553 in Italia e un migliaio a Malta. Da quando è esploso in Italia a fin e febbraio dunque il coronavirus ha azzerato le partenze in queste direzione, e forse è la sola notizia non negativa che arriva dal tragico bollettino quotidiano di questa emergenza unica. Meglio in questo momento non dovere occupare energie, risorse e soprattutto anche spezzoni del sistema sanitario nazionale nell’accoglienza dei migranti. Basta e avanza la nuova peste per cui stiamo chiudendo l’intero paese in una morsa che si fa sempre più stretta (e terribilmente necessaria a salvare la pelle).
(Fonte: Dagospia.com – Franco Bechis per www.iltempo.it)