Dal finto jogger (senza scarpe da tennis e con un bimbo di un anno sul seggiolino della macchina) a chi è uscito “per fare la spesa” ma non aveva neanche un sacchetto con sé, al palermitano che ha spiegato ai carabinieri di essere uscito per incontrare l’amante. Aveva urgente bisogno di parlarle. È la Sicilia dei furbetti del Coronavirus.
O meglio, di chi si crede furbo e aggira con le scuse più improbabili i divieti per contrastare la pandemia. Le persone denunciate dalle forze dell’ordine sono più di duemila. Hanno violato l’articolo 650 del codice penale, si sono rifiutati di rispettare l’ordine del governo di restare a casa e di uscire solo in caso di reali necessità e per motivi urgenti. Prevista multe di 200 euro e una pena fino a tre mesi di carcere.
I cittadini si sono cominciano a ribellare all’indisciplina altrui. C’è chi chiama e segnala le violazioni. Il caso limite ad Agrigento dove una mamma, dopo avere tentato invano di convincere la figlia a restare in casa, ha chiesto aiuto alla polizia. La ragazza non poteva fare a meno di bere un drink con un amico.
Così come non poteva fare a meno di allenarsi in gruppoi dieci ciclisti sorpresi nei giorni scorsi dai carabinieri sulla strada statale 121, nei pressi di Santa Caterina Villarmosa, mentre erano diretti a Cefalù. Oppure i ragazzi che ieri a Ficarazzi si erano dati appuntamento, come ogni giorno e come se nulla fosse, per giocare a pallone in strada.
Altri casi segnalati: a Mondello sono stati denunciati tre ciclisti provenienti da Brancaccio e un cittadino che stava facendo il bagno. Al parcheggio di via Basile, una coppia è stata denunciata mentre si accingeva ad “appartarsi”. Infine i militari hanno denunciato due persone in via Malaspina, davanti al carcere per i minorenni: era il compleanno del figlio detenuto nel carcere minorile.
A questo va aggiunto il dato dei negozianti che non rispettano la chiusura. A Catania è stato denunciato un 39enne di origini tedesche, titolare di un negozio adibito a rivendita di cannabis light nonché a sexy shop in via Antonino di San Giuliano a Catania. In zona Calatafimi, a Palermo, una parruccheria era aperta con tanto di cliente all’interno.
(Fonte: livesicilia.it – Riccardo Lo Verso)