Se dovessimo dare un titolo a questa nostra triste condizione dopo il Coronavirus mi sembrerebbe appropriato questo termine: “La vita sospesa”.
E’ una sorta di Limbo in cui sbigottiti attendiamo inerti. Attendiamo i comunicati scientifici, le notizie giornalistiche, le future scadenze immancabilmente prorogate delle restrizioni. Attendiamo di abbracciare i nostri figli, nipotini, fratelli, parenti, amici.
In questa spasmodica attesa, per non rasentare la pazzia, ci immergiamo quotidianamente, quasi con affanno in cose e azioni, a volte insolite per noi, che possano tuttavia occuparci la mente, perché è quella che vola via, è quella che non accetta limiti, che soffre in silenzio. Ma nonostante le torte di mele, la pizza, il tiramisù, la nostra mente vaga altrove, nell’altra vita, quella che ci appartiene, quella che abbiamo costruito giorno per giorno e di cui spesso, come matti,ci lamentavamo.
I ricordi si infittiscono talmente che stentiamo ad estrapolarli singolarmente. Ci assalgono come un fiume in piena. Le cene di Natale, le scampagnate con gli amici, la prima comunione del nipotino, quel bellissimo viaggio d’istruzione a Praga,la Boheme al Teatro, la partita all’Olimpico, il concerto del cantante preferito e quelle folle oceaniche in piazza S. Pietro, in piazza Duomo, in viale Ceccarini il giorno di Natale. L’aereo, la crociera, la spiaggia assolata, le uscite fuoriporta, la Scuola.
Sono come farfalle impazzite che ci volano intorno in cerca di un posto, del solito posto di ricordo vissuto e delizioso. Inconsapevoli davamo per scontato tutto ciò che carpivamo alla vita e ciò ci rendeva invincibili e smaniosi di conferme.
Niente sosta! Non c’era tempo!
Un mostro ci è piombato addosso con una forza imponderabile, ci schiaccia fino ad annientarci fisicamente e psicologicamente ed è in questo momento che entrando in contatto col nostro io, l’unica entità possibile, riflettiamo e ci poniamo domande.
E’ una rivolta della natura che punisce tutto il pianeta, stanca delle nostre vessazioni? E’ una punizione divina perché abbiamo trascurato Dio ponendolo alla fine della nostra lista? Non abbiamo dato il giusto valore alla vita? Inariditi e travolti dal materialismo, forti delle nostre certezze, ci siamo prepotentemente rinchiusi nel nostro guscio protettivo al sicuro!! Al sicuro????
Improvvisamente catapultati in questo tunnel tenebroso,viscido, irrespirabile, prigionieri avanziamo titubanti in cerca dell’uscita, di un varco, corriamo invano. Non c’è uscita, non c’è varco solo una fiammella: la speranza. Quella ci tiene in vita ma la strada è lunga, irta di ostacoli. Ci sentiamo prostrati, vinti, la nostra tracotanza tace allibita. Le parole mute. Ma ecco che scoviamo cercando dentro di noi una cosa nuova, un sentimento forte di solidarietà, un’energia gigantesca in coloro che lavorano in trincea rischiando la vita, un’operosità produttiva, una ricerca scientifica frenetica, la vicinanza delle Istituzioni, la voglia di farcela insieme. Ci struggiamo, soffriamo per quelle file interminabili di morti, piangiamo e preghiamo! Ci struggiamo nel vedere le grida dei padri senza cibo per i figli. Inorridiamo al pensiero di possibili rivolte e di possibili rigurgiti mafiosi. Si stende davanti a noi un gravissimo disastro economico mondiale. La drammaticità della situazione appare quasi irreversibile ma sappiamo che ci rialzeremo, sappiamo che al pari di una guerra ricostruiremo la nostra Italia e lo stesso faranno le altre nazioni. E’ certo che nel nostro futuro niente sarà come prima, niente certezze! Niente programmi!
Ne usciremo emaciati, simili ad alieni, diffidenti, incapaci di guardarci, parlarci, abbracciarci. Cambiati ma sicuramente migliori! Apprezzeremo il grande dono della vita!!! A patto che non lasceremo che tutto questo cada nell’oblio. Certo che no! Avremo imparato tante lezioni tra cui l’assioma senecano: “Siamo tutti schiavi del destino. Siamo tutti membra di un grande corpo, la natura ci ha creato fratelli e dobbiamo essere pronti a prestare aiuto a chi ne ha bisogno.”
Al resto provvederà, speriamo, la Scienza!
Rosanna Catalano