Che cosa sia avvenuto in quella notte noi non lo sappiamo, nessuno era presente, nessuno ce l’ha raccontato. Come la grande pietra, che sigillava il corpo morto di Gesù, sia stata ribaltata non ci è dato di saperlo. Gli apostoli non hanno visto l’atto della risurrezione, hanno incontrato il Risorto, che misteriosamente si è reso presente nella loro vita e ha ridonato loro la gioia della sequela. Ci hanno raccontato questo meraviglioso incontro e ci hanno insegnato come poterlo vivere anche noi.
Io amo immaginare che in quella notte dentro la tomba vi fu un terremoto di vita, un vulcano di gioia che esplode, un fiume in piena di luce. Le tenebre, l’inimicizia, l’ingiustizia, il tradimento, la tristezza, la solitudine, la morte, tutto ciò che è male e dolore, il peccato che teneva prigioniero il corpo morto di Gesù, in quella notte di pasqua vengono travolti, distrutti, devono lasciare lo spazio all’amore di Dio, alla luce, alla vita piena. In quella notte, per l’umanità, inizia il tempo dell’alba della Risurrezione!
L’alba indica un tempo di passaggio: non è più notte, anche se ancora non è giorno. Il buio della morte, del dolore e dell’incomprensione non è stato ancora diradato del tutto, ma la limpidezza della vita, la chiarezza della comprensione e della gioia si rendono sempre più vistose.
Con Cristo risorto, dentro l’umanità, la vita esplode, si aprono vie inedite di figliolanza, di fraternità e di familiarità. Non possiamo negare il buio, ma affermare che la luce all’orizzonte comincia ad imporsi, il cui segno è tutto il bene che ciascuno di noi ogni giorno compie. La diffusa generosità, il senso di abnegazione e la grande umanità che stiamo sperimentando in questi giorni di COVID-19 ne sono una prova limpida. Ogni uomo buono, in modo consapevole o inconsapevole, con la sua vita afferma che oggi la luce del Risorto è più splendente rispetto ad ieri e domani lo sarà ancor di più rispetto ad oggi; il mondo cammina decisamente verso la luce piena di Cristo risorto.
Questa è la speranza che la Chiesa annuncia. La Chiesa, come sentinella dell’umanità, è testimone di tutto questo e lo annuncia sui tetti e con forza, perché ogni uomo si possa rendere conto di quello che è già avvenuto e continua ad avvenire.
Nonostante tutto quello che stiamo patendo, possiamo guardare al futuro con gioia e serenità perché i frutti della vita del Risorto sono ogni giorno più evidenti e noi cristiani, insieme a tutti gli uomini buoni, onesti e laboriosi, ne siamo operatori instancabili e testimoni credibili. La Chiesa celebra ogni domenica questo mistero e nella settimana santa, cuore dell’anno liturgico, lo scandisce nell’arco di tre giorni.
Quest’anno, purtroppo, non possiamo celebrarlo insieme nelle nostre belle chiese, con i riti liturgici previsti, ma nulla impedisce di viverlo dentro le nostre case. Credo che ci può essere di aiuto, assumendo la stessa logica che mettiamo in atto per Natale con il presepe, creare un angolo dentro la nostra casa in cui ogni giorno mettiamo in evidenza un aspetto del mistero pasquale.
Ogni famiglia cristiana, oltre a seguire le celebrazioni con i mezzi di comunicazione, potrà individuare uno spazio e un tempo con dei segni che richiamino la fede: un ramo d’ulivo, un cero, un crocifisso, una tovaglia particolare, una icona del risorto… Per venire in aiuto alla vostra creatività familiare, mi permetto dare qualche piccola indicazione, alla luce di tutte le dimensioni umane dell’amore:
Giovedì Santo: l’Amore condiviso
Si può imbandire a festa una mensa e mettere un pane intero ed attorno tanti pezzi di pane quanti sono i componenti della famiglia e al tramonto consumarlo insieme e con gioia, nel nome del Signore, dopo aver letto l’istituzione dell’Eucaristia (Mt 26,26-29), per ricordarci reciprocamente il senso di quello che siamo e ogni domenica viviamo: pane condiviso, servizio reciproco umile e pieno d’amore.
Venerdì Santo: l’Amore tradito e abbandonato
Nel luogo dove tutta la famiglia si ritrova possiamo mettere al centro la croce di Gesù con la Bibbia aperta nella pagina che racconta la passione (Gv 18,1-19,42). Verso le tre del pomeriggio, nell’ora in cui Cristo fu crocifisso, davanti alla croce leggere il racconto della passione e morte del Signore.
Sabato Santo: l’Amore morto
Questo è un giorno particolare dove regna il silenzio della morte, con l’assenza di celebrazioni. Questo giorno lo si potrebbe consacrare al silenzio e fare memoria dei propri cari e di tutti coloro che sono morti con il COVID-19. Si possono mettere in risalto i segni che richiamano alla morte: una candela spenta, un crocifisso coperto, una tavola spoglia, le foto dei nostri cari defunti o di coloro che ci hanno trasmesso la fede: un catechista, un educatore, una suora, un parroco …
Domenica di Pasqua: l’Amore innamorato
Un membro della famiglia, invochi la benedizione su tutti e chieda a Dio di intervenire per portare a compimento la sua volontà:
Dio onnipotente ed eterno, dal quale tutto l’universo riceve l’energia, l’esistenza e la vita, noi veniamo a te per invocare la tua misericordia, poiché oggi sperimentiamo ancora la fragilità della condizione umana nell’esperienza di una nuova epidemia virale.
Noi crediamo che sei tu a guidare il corso della storia dell’uomo e che il tuo amore può cambiare in meglio il nostro futuro, qualunque sia la nostra umana condizione. Donaci ancora la tua sapienza e la tua intelligenza per trovare una via d’uscita da questo pericolo che l’intera umanità sta percorrendo.
Benedici la nostra famiglia, rafforza i legami che ci uniscono, vieni incontro alle nostre necessità e fa’ che possiamo diffondere la gioia del Signore risorto a tutte le persone che incontriamo. Amen. Alleluia.
Buona Pasqua
don Pino