CORONAVIRUS: AUTOCERTIFICAZIONE E LAVORO IN NERO
D. 《Sono stato fermato per un controllo dalle forze dell’ordine mentre mi recavo a lavorare. Pur avendo fornito la giustificazione ministeriale anticoronavirus sono stato tuttavia multato perché si trattava di lavoro in nero. Posso impugnare la multa o devo pagarla?》
R. Dopo gli ultimi provvedimenti varati dal Governo per contrastare l’emergenza da covid-19 chiunque deve recarsi a lavoro deve dotarsi di apposita autocertificazione specificando che la ragione per cui si è usciti di casa e’ costituita da ” comprovate esigenze lavorative”.
Chi ha un regolare contratto non ha ovviamente problemi nel giustificare la sua presenza in strada in caso di controllo da parte delle forze dell’ordine. Ma chi lavora in nero e non ha alcun contratto che certifica l’esistenza del rapporto di lavoro, come può fare?
Il rapporto di lavoro in nero, contrariamente a quanto si possa pensare, non è un rapporto lavorativo inesistente ma esplica tutti i tipici effetti di un regolare rapporto subordinato.
Lo dimostra il fatto che in caso di stipendio o di altre indennità non pagate, è possibile ricorrere ad un giudice per far accertare sia il rapporto di lavoro che il diritto a ricevere quanto spetta.
Chi, pertanto, nel modulo di autocertificazione dichiara di lavorare , seppur ciò avviene in nero, non sta dichiarando alcuna falsità e non potrà subire alcuna conseguenza né penale, nè di altro tipo ( eccetto i casi in cui si tratti di beneficiari di Naspi o Reddito di Cittadinanza).
Il lavoro in nero implica conseguenze sul piano amministrativo solo per il datore di lavoro.
Pertanto anche se non si ha un regolare contratto o una busta paga come tutti gli altri dipendenti si può quindi ben autocertificare di recarsi al lavoro (ovviamente facendo comunque attenzione alla reazione del datore di lavoro che potrebbe non avallare la vostra dichiarazione seppur non mendace) .
L’importante è, infatti, non dichiarare il falso.
Nel caso di specie, quindi, la multa può essere impugnata.
Si ricorda tuttavia che il Governo invita tutti i cittadini a restare a casa n ei casi in cui è possibile ricorrere al lavoro agile (o smart working)》 .
Avv. Giuseppina Gilda Ferrantello
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