In questo drammatico periodo di pandemia e di lockdown intendiamo rivolgere la nostra attenzione al mondo della scuola, agli alunni e docenti che stanno affrontando la sfida di attivare una didattica con forme e modalità non tradizionali: piattaforme di collegamento, lezioni e compiti on-line, interrogazioni attraverso strumenti e mezzi informatici e tecnologici. Tutto ciò, se da un lato ha messo in evidenza le grandi risorse di cui dispone la Scuola, dall’altro ha fatto riemergere un grave fenomeno spesso sottovalutato: la dispersione scolastica. In Italia, infatti, il tasso di abbandono scolastico, soprattutto nelle regioni del Sud, risulta essere uno dei più alti in Europa ed attualmente migliaia di famiglie sono sprovviste proprio di quei mezzi che consentono la cosiddetta didattica a distanza, ci riferiamo proprio ai computer ed ai tablet, nonché alla connessione internet, aggravando in modo sensibile la problematica della non -scolarizzazione e della disuguaglianza nel campo dell’istruzione e della digitalizzazione. Ci preme ricordare anche che proprio il governo Renzi aveva stanziato parecchi fondi al Miur affinchè si ponesse un rimedio al ritardo tecnologico delle nostre scuole investendo in tale settore. Naturalmente siamo anche consapevoli che la dispersione scolastica non è solo “abbandono” da parte di centinaia e centinaia di alunni ma nasconde dentro di sé altre più gravi situazioni di ordine economico e sociale, costituendo essa, la dispersione, anche un nocumento per lo sviluppo economico del Paese. Pur tra le difficoltà innegabili di oggi, siamo altresì favorevoli alla proposta di fare affrontare l’esame di Maturità all’interno delle strutture scolastiche ( mettendo naturalmente in atto tutti i dispositivi di sicurezza e di tutela della salute) quale opportunità di crescita e di formazione per gli alunni che nel loro percorso di vita e di lavoro saranno chiamati ad affrontare altre sfide, altri esami. Premesso ciò, non si riesce a comprendere come il Governo Regionale non si sia attivato immediatamente per distribuire i fondi stanziati ai Comuni ed alle scuole, scavando in tal modo un solco sempre più profondo tra i ceti sociali e aggravando la diseguaglianza culturale. Sarebbe opportuno, pertanto, avviare con serietà un’opera di ricognizione negli istituti scolastici per conoscere quanti alunni, in questo periodo di emergenza sanitaria,.sono rimasti privi di ciò che è un inalienabile diritto, il diritto all’istruzione sancito dalla nostra Costituzione.
Francesca Incandela
Coordinamento provinciale di Italia Viva