“A rapinare i coniugi Cardinale non furono i fratelli Dogariu. E il brigadiere Giacalone non li favorì”. E’ quanto ha sostanzialmente stabilito il Tribunale di Marsala al termine del processo che vedeva imputati tre romeni e un brigadiere dei carabinieri, il 57enne marsalese Antonino Giacalone, accusato di favoreggiamento personale.
All’epoca dei fatti (gennaio 2013), il sottufficiale dell’Arma era in servizio al Norm di Mazara. I tre romeni erano accusati di rapina e lesioni ai danni di una coppia mazarese.
A difendere i tre romeni sono gli avvocati Stefano Pellegrino e Arianna Rallo.
A difendere, invece, il brigadiere Giacalone è stato l’avvocato Maurizio D’Amico, che ha dichiarato: “Una sentenza, quella di assoluzione, non solo giusta, poiché conforme al dettato normativo, ma che rende giustizia al Giacalone, che non ebbe mai l’intenzione di pregiudicare l’attività d’indagine promossa dalla Procura , tanto più favorire i fratelli Dogariu, semmai difendere se stesso da quella morbosa attenzione che l’aveva visto perseguito, prima, per il reato di diserzione e truffa militare avanti al Tribunale di Napoli e, poi, avanti al Tribunale di Marsala per il reato di favoreggiamento. Le prove fornite dalla difesa hanno dimostrato il divorzio assoluto tra la realtà effettuale e la tesi sostenuta dall’accusa. Questo processo dimostra quanto sia essenziale il ruolo della difesa e che, come ha detto un grande avvocato del passato, è un errore ammettere una idea di diseguaglianza tra accusatore e difensore, se, infatti, il p.m. rappresenta la società nell’interesse della punizione del reo, il difensore rappresenta la società nell’interesse dell’innocenza. Entrambi sacerdoti della giustizia, anche la difesa è un pubblico ministero”.
Fonte articolo: Tp24.it