Le cose sono due, o i pescherecci mazaresi sono soliti sfruttare illegalmente le risorse alieutiche altrui e dunque non sono meritevoli di assistenza, anzi il ritiro delle licenze di pesca sarebbe cosa buona, (non si capisce perché si dovrebbero tutelare e tollerare le ruberie), oppure tutto ciò non è vero e sono onesti lavoratori del mare e dunque a non essere meritevoli di fiducia per incapacità manifesta sono quei politici e trombati della politica oltre alle innumerevoli associazioni di categoria che dovrebbero rappresentarli e tutelarli e che evidentemente non sanno fare.
Nostro personalissimo convincimento, la seconda.
Ad ogni sequestro, costoro, non perdendo l’occasione per apparire ma anche per tacere, si sperticano in comunicati, interviste, proposte e soluzioni, sempre le stesse, e che la storia ha bocciato perché non hanno mai portato beneficio al comparto, ma solo alle loro carriere.
L’ennesimo sequestro di questi altri pescherecci mostra ancora una volta il grado di considerazione che ha l’Italia in seno ai paesi del Maghreb e nello specifico in Libia.
Proprio il ministro degli esteri Di Maio (5 stelle) è tornato ieri da Tripoli dopo una visita di Stato, magari portando loro un’altra barca di soldi per tentare di frenare una immigrazione che non sarà mai controllata stante la politica perseguita da questi figuranti e ridicoli rappresentanti istituzionali. Come ringraziamento o punizione ci sequestrano due navi da pesca e magari si dirà che trattasi delle milizie che fanno capo ad Haftar in contrapposizione al governo riconosciuto. Balle!
Ma torniamo a noi e a quello che da vicino più ci interessa.
La ZEE, più volte ricordata in articoli precedenti, in quanto zona economica esclusiva, è “territorio” Libico, o quanto meno loro lo rivendicano in base a dei trattati che permette di considerarlo tale e dei quali trattati l’Italia fu tra i primi firmatari.
Se quei trattati non vengono ripresi e modificati la musica non cambierà!
La politica deve dire chiaramente (cosa che non ha mai fatto), che non è capace di risolvere il problema e deve intimare le imprese, pena il ritiro definitivo delle licenze di pesca, a non esercitare l’attività in quelle aree, magari pensando ad aiuti finanziari come corrispettivo, diversamente le stesse imprese si assumeranno totalmente la responsabilità di quello che gli potrà accadere.
Legittimo indignarsi, sono tutti responsabili, destra, sinistra, centro e avvoltoi vari, associazioni e distretti, sì tutti, proprio tutti, colpevoli nel non aver mai saputo trovare soluzioni e nel non aver parlato chiaro alle imprese, ingenerando in loro che forse in fondo il rischio di un sequestro vale la candela. Il pagamento delle multe sarà sempre inferiore (tranne il caso estremo di confisca del natante e di qualche mese di carcere duro per gli equipaggi, come successe qualche anno fa ad un noto armatore mazarese) al beneficio che l’attività della pesca rende in quelle zone interdette.
Questa notte due barche sono state catturate a 35 miglia a nord di Bengasi, per i libici ZEE, per gli Italiani, mentendo sapendo di mentire, acque internazionali, e la storia continua…
A.P.I. Associazione Progetto Isola “PRESENTE”