Dieci involucri di colore giallo, disposti su due file a terra davanti a una nave che ha il nome “Medinea“, lo stesso di quella sequestrata dai libici di Bengasi e il cui equipaggio, insieme a quello del peschereccio “Antartide“, è da 22 giorni nelle mani del generale Khalifa Haftar. Nelle stesse ore in cui le famiglie dei pescatori di Mazara del Vallo sono a Roma per cercare di incontrare il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Il generale cerca di “incastrarli” e aumentare la posta del negoziato con Roma mettendo sul tavolo l’accusa di traffico di droga. Un’altra foto colloca alcuni involucri – dieci anche questi, probabilmente gli stessi – all’interno della nave, e sullo sfondo le cassette per contenere il pesce.
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