La Chiesa, l’8 dicembre, celebra il dogma che stabilisce che Maria di Nazareth non è stata sfiorata dal peccato originale, fin dal primo istante della sua vita.
Maria e Cristo sono le uniche persone che non hanno commesso peccato: Cristo perché Dio incarnato e Maria perché la Madre di Gesù Cristo. Questa è la fede della Chiesa, questa è la nostra fede e noi siamo fieri di professarla.
Le prime espressioni di amore a Maria che la invocano come Immacolata si possono rintracciare in Oriente fra il VI e il IX secolo; in Occidente, invece, tra l’XI e il XIV secolo. In Sicilia, nel 1624 il Parlamento siciliano ha proclamato Maria Immacolata patrona principale dell’Isola e il culto all’Immacolata si è diffuso in tutti i paesi.
Il dogma, così come lo professiamo e celebriamo oggi, è stato proclamato nel 1854 da Pio IX con la bolla “Ineffabilis Deus”. Questo è il cammino di consapevolezza ecclesiale del mistero che domani celebriamo.
In Maria, l’Immacolata, incontriamo l’essenza della Chiesa in modo non deformato. Da lei dobbiamo imparare a diventare “anime ecclesiali”, così si esprimevano i Padri, per poter anche noi, presentarci “immacolati” al cospetto del Signore.
La differenza tra la Chiesa e Maria è data dal fatto che nella Chiesa i cristiani sono stati da Cristo liberati, guariti, purificati dal peccato; mentre, Maria ha un’altra vicenda personale, è stata “preservata” dal peccato sempre dall’unico redentore e mediatore, che è Cristo.
Maria abita dalla parte dell’umanità, è una di noi, anche Lei è stata riscattata, come ogni uomo, ma in un modo diverso dal nostro. Giovanni Paolo II afferma che Maria si è trovata, per vocazione «al centro stesso di quelle “inaccessibili vie” e di quegli “imperscrutabili giudizi” di Dio, vi si conforma nella penombra della fede, accettando pienamente e con cuore aperto tutto ciò che è disposto nel disegno divino.» (Redemptoris Mater n. 14)
Che cosa significa “Maria, l’Immacolata”? Questo titolo ha qualcosa da dirci?
Per rispondere a queste domande, dobbiamo prendere come punto di riferimento la Scrittura, perché nella Parola di Dio Maria è veramente a casa sua, ne esce e vi rientra con naturalezza. Ella parla e pensa con la Parola di Dio; la Parola di Dio diventa parola sua, e la sua parola nasce dalla Parola di Dio. (cfr. Deus caritas est, nn. 217-252)
Il racconto dell’annunciazione, che troviamo nel vangelo di Luca, dice che in Maria Immacolata Dio dispiega la sua forza onnipotente: « Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». (Lc 1, 26-28)
1- Maria è la dimora del Signore, in lei trova il luogo del Suo riposo. Lei è la vivente casa di Dio, il quale non abita in edifici di pietra, ma nel cuore dell’uomo vivo.
2- Lei è il germoglio che, nella buia notte invernale della storia, spunta dal tronco abbattuto di Davide. In lei si compie la parola del salmista: “La terra ha dato il suo frutto” (67,7). Lei è il virgulto, dal quale deriva l’albero della redenzione e dei redenti.
3- Contemplare Maria immacolata è riconoscere la vittoria di Dio sul peccato dell’uomo. In Lei, Dio non ha fallito, così come poteva apparire già all’inizio della storia con Adamo ed Eva, o durante il periodo dell’esilio babilonese, e come nuovamente appariva quando Israele era diventato un popolo senza importanza in una regione occupata, con ben pochi segni riconoscibili della sua santità. In Maria Dio non ha fallito.
4- Maria è Colei che “eccelle” in santità perché si pone a servizio di Dio nei fratelli, umile ancella del Signore, crede nelle promesse di Dio, vive di Parola di Dio, ama con lo stesso amore di Dio.
Se è vero che Maria non conosce il peccato, è altrettanto vero che, come tutti noi, conosce la fatica della ricerca e della scoperta, e, come per il figlio, il potere oscuro delle tentazioni.
La fede, in Maria, oltre che essere luce è anche ombra, oltre che parola è anche silenzio, oltre che rivelazione è anche ricerca, è povertà di comprensione, è obbedienza semplice, è umiltà e nello stesso tempo assunzione di responsabilità.
La Madre di Gesù, a partire dal dato biblico, è sempre vista dalla Chiesa in intima comunione con Cristo per la salvezza; ma anche come Colei che è così prossima alla Chiesa stessa da esserne madre e sorella, motivo di speranza per tutti, prototipo di ciò che Dio chiede all’umanità e di ciò che l’umanità ha risposto a Dio.
In occasione dei 150 anni dalle apparizioni di Lourdes, nel 2008, Benedetto XVI presenta Maria Immacolata, “come modello di totale abbandono alla volontà di Dio”, ponendola in relazione a Cristo, alla Chiesa e alla vita del Cristiano.
Richiamandosi alla dottrina dei padri della Chiesa e al dato conciliare, papa Benedetto XVI esplicita il rapporto tra Maria e Cristo attorno al tema dell’Eucaristia: «Non si può contemplare Maria senza essere attratti da Cristo e non si può guardare a Cristo senza avvertire subito la presenza di Maria. Esiste un legame inscindibile tra la Madre e il Figlio generato nel suo seno per opera dello Spirito Santo, e questo legame lo avvertiamo, in maniera misteriosa, nel sacramento dell’Eucaristia, come sin dai primi secoli i padri della Chiesa e i teologi hanno messo in luce.» (Messaggio “L’11 febbraio per la XVI Giornata del Malato”, del 2008)
Noi lodiamo Dio per e con Maria, perché vediamo in Lei l’opera di Dio e rendiamo a Lui grazie per come Maria ha risposto, in modo esemplare, alla sua chiamata. Maria insegna alla Chiesa come riconoscere il concreto agire di Dio dentro gli eventi della storia e della vita degli uomini.
La Chiesa, nella sua azione evangelizzatrice, guarda a Maria come al prototipo di vita cristiana, esempio perfetto ed esemplare, perché la discepola fedele per antonomasia. Le diverse espressioni di culto a Maria non si discostano, e non possono discostarsi, da questa prospettiva.
In conclusione possiamo dire che: Cristo è la Grazia di Dio in mezzo a noi; Maria è piena di questa Grazia; il cristiano è tale se si impegna a vivere in Grazia di Dio. Il sacramento della riconciliazione ci riporta in Grazia di Dio.
Maria testimonia la vocazione alla santità che ogni essere umano riceve da Dio. Prendendo a prestito le parole di Papa Francesco, Maria testimonia dentro la Chiesa che «Ci occorre uno spirito di santità che impregni tanto la solitudine quanto il servizio, tanto l’intimità quanto l’impegno evangelizzatore, così che ogni istante sia espressione di amore donato sotto lo sguardo del Signore.» (Gaudete et exsultate n. 31)
Don Giuseppe Alcamo