Stasera la Sicilia potrebbe avere una giunta di soli uomini. Al momento è solo un’ipotesi, ma è ufficialmente sul tavolo: l’appuntamento è fissato infatti per le 12, quando il presidente della Regione Nello Musumeci incontrerà gli assessori per quello che formalmente è un bilancio di fine anno, ma che probabilmente segnerà l’annuncio dell’avvicendamento chiesto da Forza Italia. Uno dei due nuovi assessori è dato praticamente per certo: Toni Scilla, forzista trapanese, prenderà il posto di Edy Bandiera all’Agricoltura (e alla Pesca, delega sulla quale essendo di Mazara del Vallo si è specializzato).
L’altro nome è stato oggetto ancora ieri sera, a margine della giunta che ha dato il via libera a due mesi di esercizio provvisorio, del borsino del toto-assessori: la più quotata per prendere il posto di Bernardette Grasso alle Autonomie locali resta l’ex assessora comunale di Sciacca e coordinatrice delle donne di Forza Italia Maria Antonietta Testone, ma nelle ultime ore sono tornate a salire le quotazioni dell’ex presidente del Pd ed ex sindaco di Agrigento Marco Zambuto, il cui nome era circolato già all’inizio del mese. Piccolo problema: Grasso è l’unica donna in giunta, e se fosse sostituita da Zambuto (o anche dall’outsider per questa corsa, il nisseno Michele Mancuso) la quota rosa sparirebbe del tutto.
Un problema non da poco, sul quale anche i musumeciani di più stretta osservanza si sono interrogati per tutto ieri. Zambuto ha dalla sua anche un paio di pregi, agli occhi di Diventerà Bellissima: è un forzista agrigentino come richiedono i desiderata del presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, non dispiace al governatore che l’ha candidato alle Amministrative di Agrigento (una corsa che però l’ex sindaco ha fallito, rimanendo fuori dal ballottaggio) e verrebbe interpretato come un segnale al Movimento per l’Autonomia, sponsor dell’attuale sindaco agrigentino Franco Miccichè e fresco di alleanza con la Lega.
I due assessori uscenti, intanto, non hanno ricevuto comunicazioni, neanche durante la giunta di ieri sera. E se Bandiera si trincera dietro il silenzio, Grasso invece mantiene un profilo più sportivo: “Le mie deleghe – assicura – sono a disposizione del partito, che sa già da giugno di poterne disporre liberamente”. In realtà ieri per Grasso si è ipotizzata anche una permanenza in giunta, ma già in serata il borsino la dava di nuovo in calo: l’assessora, che ha ricevuto diversi attestati di stima dai sindaci anche di altri colori politici, ai suoi ha raccontato di essersi sentita un po’ delegittimata dai rumors che negli ultimi mesi la davano in uscita. Ma l’interessata fa buon viso a cattivo gioco: “Quando sono arrivata – sorride – la poltrona dell’assessore era rotta. Mi hanno chiesto se comprarne una nuova e ho detto di no. Abbiamo usato una sedia qualunque. Se anche volessi essere attaccata alla poltrona, quindi, non potrei: la poltrona non c’è”.
Fonte: Palermo.repubblica.it – Claudio Reale