Abbiamo assistito, sbigottite, ad un subdolo atto contro la dignità delle donne, contro l’autodeterminazione, contro le lotte per la parità di genere, contro ogni nostra certezza proveniente da Marsala. Abbiamo assistito, incredule, ad un becero ed amaro attacco, che sa di strumentalizzazione politica, squallido, irrituale soprattutto perché proveniente da un giovane prete, una persona che, per vocazione, dovrebbe essere dalla parte dei cittadini, dei più deboli, dei bisognosi. La chiesa dell’amore, della misericordia, dell’aggregazione. Un giovane prete che, evidentemente, di giovane ha solo l’età anagrafica. Strumentalizzando la giornata della memoria in ricordo delle vittime della Shoah e la parole di Papa Francesco, ha condannato la pratica legale dell’aborto paragonandolo all “l’angelo della morte”, colui il quale, in maniera sadica, conduceva esperimenti sui prigionieri dei lager. Appare doveroso da parte nostra ricordare che la legge 194/78 è stata una grandissima conquista, non solo per l’autodeterminazione delle donne, ma soprattutto perché ha impedito la morte di tantissime altre donne. Infatti, l’aborto clandestino, non quello legale, è stato causa di numerosissime vittime. Tante vite di donne, che lasciate sole, sono finite nelle mani di criminali mammane o di sanitari senza scrupoli. Ed il paragone non offende soltanto le donne e le conquiste civili per l’emancipazione femminile, ma offende soprattutto le vittime dello sterminio più indicibile della storia umana, perpetrato da regimi nazifascisti, piegando alla sua narrazione la delicatezza e la dignità della memoria della Shoah. Noi democratiche sentiamo il dovere, per tutte le donne, per tutte le madri, per tutti i padri e per tutti i figli di denunciare un atto che non può passare nel dimenticatoio. Ecco perché, ancora una volta, sentiamo forte il bisogno di intervenire politicamente, come fatto per la mozione avente ad oggetto il registro dei bambini mai nati. Tale atto è l’azione di colui che, utilizzando il Vangelo, vuole sminuire la donna nel suo essere, con atti tesi a convincere le sue discepole di essere inferiori, ad abnegarsi. L’atteggiamento di colui che con atti di circonvenzione, approfittando del suo ruolo, vuole convincere le donne di essere esseri inferiori e convincere gli uomini, i ragazzi di far parte di una struttura sociale patriarcale. Auspichiamo che la diocesi di Mazara del Vallo prenda subito posizione: questo va ben oltre il culto cristiano.
Un giovane prete che, evidentemente, ha tanto da imparare dalle donne.
Da noi donne!
Le Democratiche della Provincia di Trapani