Ristorazione, palestre, piscine, cinema, spettacoli dal vivo, abolizione del coprifuoco e spostamenti liberi: le Regioni spingono per le riaperture, chiedono segnali prima dell’inizio di maggio, invocano regole meno rigide per una ripartenza che possa dare respiro alle categorie e ai cittadini. La valutazione politica sulla possibilità dell’allentamento delle misure arriverà la cabina di regia odierna a palazzo Chigi con il premier Draghi. Nella riunione si esamineranno i nuovi report, poi nel pomeriggio si dovrebbe tenere una conferenza stampa del presidente del Consiglio.
Ma ci sono diversi ostacoli sul piano redatto dalla commissione tecnica della Conferenza delle Regioni e sottoposta all’esecutivo. La prima problematica secondo gli scienziati è legata alla richiesta che le riaperture avvengano anche nelle zone «ad alto rischio». Nel prossimo decreto dovrebbe scattare di nuovo la classificazione delle fasce con il ritorno del giallo. Sulla tempistica saranno il premier Draghi e le forze politiche che sostengono l’esecutivo a dare la linea ma è difficile che si allarghino le maglie prima della scadenza del dl attualmente in vigore, ovvero fine aprile.
La vera svolta dunque avverrà dopo l’1 maggio. Il governo decreterà la proroga dello stato di emergenza, che scade il 30 aprile, per almeno due mesi. Si tratta di una norma necessaria a regolare lo smart working e ad agire con procedura d’urgenza soprattutto per quanto riguarda la campagna vaccinale con la messa a disposizione del personale e delle strutture. Da maggio però arriveranno le vere riaperture anche se governo e Regioni dovranno trattare sulle regole per la ripartenza.
Bar e ristoranti
Le Regioni spingono per una riapertura a pranzo e a cena anche nelle zone rosse, privilegiando la prenotazione obbligatorio a meno che non si tratti di locali molto spaziosi. I nuovi protocolli prevedono «almeno 2 metri di separazione tra i clienti di tavoli diversi al chiuso e almeno un metro all’aperto (giardini, terrazze, dehors)». Per i bar e gli altri locali dove non ci sono posti a sedere si chiede di consentire «a un numero limitato di clienti per volta», assicurando la distanza di 2 metri tra le persone anche per le consumazioni al banco. Sì ai buffet, purché i clienti indossino la mascherina. Anche il gioco con le carte o con altri materiali di cui non è possibile garantire una «puntuale e accurata disinfezione», dicono le Regioni, sono consentite «purché siano rigorosamente rispettate» una serie di indicazioni, come l’uso della mascherina, igienizzazione delle mani e delle superfici di gioco. Il governo però è più cauto e valuta un percorso graduale con riaperture a pranzo in zona gialla con la regola delle 4 persona al tavolo se non conviventi. Successivamente via libera alle aperture serali ma sempre per chi è in giallo. Frenata sulle zone arancioni e rosse.
Spostamenti tra regioni
Le Regioni proporranno lo spostamento libero dall’1 maggio tra i territori in zona gialla ma sembrano pronte a un compromesso per far slittare l’ok agli spostamenti a partire dalla seconda metà del mese. Una riapertura però potrebbe far risalire la curva epidemiologica, ecco perché il governo vorrebbe attendere almeno due settimane dall’applicazione del decreto prima di dare il via libera. Sarà confermata la possibilità di raggiungere le seconde case anche se si trovano in zona arancione e rossa, dovrebbe invece essere confermato il divieto di spostarsi da e per le regioni che sono in fascia arancione e rossa.
Spettacolo
La proposta delle Regioni: al cinema posti a sedere distanziati lasciando «almeno 1 metro» tra uno spettatore e l’altro «sia frontalmente che lateralmente» con mascherina obbligatoria. A teatro va mantenuta la distanza interpersonale anche durante le prove, nelle aree trucco, nei laboratori sartoriali. «L’uso promiscuo dei camerini è da evitare salvo assicurare un adeguato distanziamento interpersonale unito a una adeguata pulizia delle superfici». Per aumentare il numero di spettatori sono previsti tamponi obbligatori. Intanto dal 1° maggio riapriranno in fascia gialla cinema e teatri, musei e mostre, applicando la norma che doveva entrare in vigore il 27 marzo e che invece è stata sospesa proprio per la risalita dei contagi. Il ministro Franceschini ha chiesto al Cts di ampliare, in zona gialla, il numero dei posti a sedere: fino a 500 al chiuso e fino a 1000 all’aperto.
Sport
le regioni spingono per avere le palestre aperte anche in zona rossa con ingressi su prenotazione. Spazi, spogliatoi e docce vanno organizzati in modo da garantire la distanza di 2 metri, che può diventare 1 quando non si svolge attività fisica. Le macchine delle palestre devono essere disinfettate dopo ogni uso. Porte e finestre devono restare aperte «il più possibile». Nelle aree verdi e nelle aree solarium deve essere garantita una superficie di 10 mq per ogni ombrellone e la distanzia di 1 metro tra lettini e sdraio. Anche in questo caso però il governo privilegia la riapertura soltanto in zona gialla e con lezioni individuali. Per le piscine è stato ribadito che è indispensabile garantire 10 metri quadri per ogni persona in acqua. Da definire la questione stadi dopo il via libera al pubblico per le partite degli Europei all’Olimpico.
Coprifuoco
Con i ristoranti pronti a riaprire anche a cena è chiaro che il coprifuoco non potrà più scattare alle 22. Le prime ipotesi erano quelle di uno slittamento a mezzanotte ma un coprifuoco in vigore per un orario così limitato non sembrerebbe più aver senso di esistere. Certo in questo modo si eviterebbe il tanto temuto dal governo “effetto movida”, ma la possibilità che il coprifuoco possa essere abolito ora non è più da scartare.
Fonte: gds.it