Il dragaggio del porto – canale di Mazara è ad un punto fermo. Sorgono sempre degli ostacoli nel momento in cui sembrava che i lavori potessero iniziare. Questa volta il problema riguarda la qualità dei fanghi che devono essere prelavati ed esaminati prima di decidere dove collocarli. Le analisi eseguite nel mese di Aprile di sette anni effettuate dal Cnr sono scadute e, quindi, si devono rifare. Il campionamento del Cnr, effettuato all’interno del porto canale e del porto nuovo, ha interessato 63 punti, ognuno a distanza di 50 metri circa dall’altro, per un totale di 330 campioni. Si può definire ad alta risoluzione il livello dello stesso campionamento, in ognuno di questi campioni, infatti, con il supporto del Cnr di Napoli, sono stati eseguiti analisi di diversa natura: 1) analisi ecotossicologica; 2) analisi se presenza metalli pesanti; 3) analisi se presenza mercurio; 4) analisi se presenza di idrocarburi; 5) analisi se presenza pesticidi. L’esito delle analisi era finalizzato all’ottenimento dell’autorizzazione allo smaltimento o in colmata o in discarica. Queste analisi però sono scadute e sono in corso i nuovi esami il cui risultato si potrà conoscere fra qualche mese. Su questo nuovo percorso non ci sono notizie. Come al solito ai telefoni del Commissario di Governo per il Dissesto idrogeologico della regione, nonché attuatore dell’opera, dottor Maurizio Croce e di altri funzionari, c’è il top secret, anzi non risponde nessuno. Alla Capitaneria di porto di Mazara sono ancora in attesa del cronoprogramma dell’impresa Ecol 2000, che dovrebbe effettuate il dragaggio, ma anche questa impresa non ha ancora risposto all’impegno preso in Capitaneria. L’assessore comunale Vincenzo Giacalone dice solamente “che se prima non si conosceranno gli esiti delle analisi dei fanghi non si potrà stabilire dove potranno essere depositati, né possono iniziare i lavori”. Intanto l’avvocato Fabrizio Misuraca, in qualità di responsabile dello sportello mazarese del Movimento Difesa del Cittadino, ha inviato una lettera al dott. Maurizio Croce, al dott. Alessandro Cavalli, amministratore giudiziario della ditta Ecol2000, al Dipartimento della Protezione Civile di Palermo, alla Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo, per sollecitare “il ripristino dei fondali del bacino portuale e del retrostante porto canale – 1 Stralcio – Zona Foce del Fiume Mazaro”. L’avvocato Misuraca chiede spiegazioni in merito alla mancata comunicazione del calendario relativo ai lavori di escavazione del porto di Mazara del Vallo. “Il 16 marzo – scrive – si è tenuta una riunione tecnico operativa presso la Capitaneria di Porto di Mazara del Vallo e all’esito di questa riunione si è deciso che “a breve” la ditta avrebbe dovuto comunicare il crono-programma relativo all’esecuzione dei suddetti lavori. Noi mazaresi abbiamo ormai perso la concezione del tempo, un tempo credevamo che “a breve” significasse “in breve tempo”, “quasi immediato” ma, grazie a questi avvenimenti, abbiamo inventato la cosiddetta ”teoria della relatività del tempo” differente da quella di Einstein. E’ assurdo che si continui a temporeggiare per una questione così importante, nello stesso Decreto di Aggiudicazione n. 1409 del 10/10/2019 Voi stessi fra i vari “considerando” evidenziavate che “anche a seguito dell’esondazione del torrente Màzaro, che ha prodotto danni a cose ed esposto a pericolo la pubblica incolumità, è stata emessa un’ordinanza di Protezione Civile che dichiara urgente e indifferibile l’esecuzione di opere volte al dragaggio della foce del corso d’acqua coincidente con il porto canale della città di Mazara del Vallo”.
(Fonte: Giornale di Sicilia – Salvatore Giacalone)