«Oggi posso dire che lo Stato finalmente c’è e si sta occupando di questa vicenda in modo concreto e preciso. Spero che questa commissione d’inchiesta venga accolta da tutti i gruppi parlamentari, non c’è dietro una bandiera politica. Denise è la bambina di tutti gli italiani e le è stata tolta l’identità». Queste le parole di Piera Maggio, la madre di Denise Pipitone, in conferenza stampa durante la presentazione della Commissione parlamentare d’inchiesta promossa dal Partito Democratico – firmatari Alessia Morani e Carmelo Miceli – per far luce sulla misteriosa scomparsa della bambina a Mazara del Vallo avvenuta diciassette anni fa.
«Ringrazio l’onorevole Morani per avere colto questo mio grido di madre sofferente e l’onorevole Miceli per aver dato voce a quello che in diciassette anni è stato il mio calvario – aggiunge la madre di Denise -. Non sappiamo dove la mia piccola sia stata portata, da diciassette anni lottiamo ancora per lei cercando di trovarla e facendo sì che si faccia luce sulla vicenda. Denise non è scomparsa da sola, non l’hanno portata via gli alieni. L’ha presa una mano vigliacca e portata via dal nostro affetto».
Piera Maggio sottolinea gli errori compiuti nel corso delle difficoltose indagini: «Avete visto come sono andate le indagini, avete potuto constatare quella che era la nostra disperazione. Voglio ringraziare i media che hanno contribuito a far sì che questo tam tam non finisse in questi anni. Noi abbiamo cercato di portare avanti una verità e soprattutto una giustizia. Si sono avvicendati 11 magistrati diversi, ognuno prendeva i suoi fascicoli e li chiudeva lì. Quello nuovo arrivava e non conosceva i fatti. Vogliamo la verità – conclude – non abbiamo mai smesso di cercare nostra figlia. Chiediamo allo Stato di far luce e di capire se si poteva fare molto di più».
Nella proposta i due parlamentari Alessia Morani e Carmelo Miceli, sottolineano che la scomparsa di Denise dalla sua abitazione di Mazara del Vallo il primo settembre 2004 «appare ancora oggi avvolta da troppi misteri, segnata da gravi incongruenze, lambita da evidenze che portano a sospettare dell’esistenza di più di un depistaggio, di inquinamento di prove, di false testimonianze».
Morani e Miceli rilevano che «negli anni sono state innumerevoli le segnalazioni della presenza in vita di Denise Pipitone, purtroppo sempre rivelatesi false», fino all’ultimo episodio della ragazza russa, Olesya Rostova, che presentava notevoli somiglianze con la madre di Denise.
In seguito «per la prima volta, il pubblico ministero titolare delle indagini fino al 2005, la dottoressa Maria Angioni, ha rilasciato dichiarazioni importanti in merito alle modalità con cui sarebbero state condotte le indagini» che «risulterebbero supportate anche dall’allora Procuratore capo di Marsala, dottor Alberto Di Pisa» e che adombrano l’esistenza di «carenze nelle indagini e di «numerosi e costanti depistaggì» con «un clima di sospetto e accusatorio che sarebbe stato provocato da alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine».
Fonte: Lasicilia.it