La Sicilia peschereccia ancora una volta subisce un danno economico ed occupazionale per scelte politiche distanti dal mondo produttivo ed economico-sociale siciliano.
A dichiararlo Giuseppe Messina, Segretario Ugl Sicilia.
Esprimiamo forte preoccupazione perché oltre 500 imbarcazioni da pesca e più di 1.500 pescatori rischiano di restare al palo e con le braccia incrociate – sostiene – per effetto della norma sull’assegnazione della quota di cattura del tonno Rosso a causa degli effetti che produrrà l’articolo 17 del “Disegno di Legge sul riordino e la semplificazione normativa del Settore della Pesca Professionale”, approvato dalla Camera dei Deputati il 21 Giugno 2021, e passato al Senato per l’approvazione definitiva.
Se da una parte la norma tutela giustamente le Imbarcazioni autorizzate alla cattura diretta del Tonno Rosso, garantendo le assegnazioni di quota sinora attribuite, dall’altra non garantisce le Imprese di Pesca non titolari di quote – chiarisce Messina – determinando condizioni di contrazione della produzione del reddito, dei livelli occupazionali e dei consumi finali.
La ratio dell’articolo 17 – puntualizza il sindacalista – doveva, infatti, garantire l’assegnazione alla quota indivisa dell’intero incremento annuo del contingente di cattura del Tonno Rosso assegnato dalla UE all’Italia, in questo modo sembra lasciare la prerogativa dell’attribuzione e dell’assegnazione al Ministero determinando condizioni di incertezza e impossibilità di effettuare investimenti aziendali e creando condizioni di ulteriore perdita di prospettive reddituali ed occupazionali.
Abbiamo già chiesto al governo regionale ed all’assessore alla pesca, Toni Scilla, un intervento immediato per sostenere una norma di modifica del testo dell’articolo 17 al Senato della Repubblica – conclude Messina – e seguiremo gli sviluppi della vicenda che rischia di tagliare fuori migliaia di lavoratori della pesca siciliani.
Comunicato stampa