Dopo un Natale in lockdown, ecco che gli italiani stanno cominciando a prenotare le prossime vacanze invernali. Occorre ricordare, però, che per viaggiare bisogna essere muniti di green pass che, in Italia, al momento, è valido fino al prossimo 31 dicembre ma, probabilmente, l’obbligatorietà verrà prolungata almeno fino alla primavera del 2022.
Dunque, cosa sarà possibile fare nelle ferie natalizie? Intanto bisogna essere muniti di green pass e mascherina.
Green pass negli aeroporti
Dallo scorso primo settembre è consentito esclusivamente ai soggetti muniti di green pass l’accesso e l’utilizzo dei seguenti mezzi di trasporto: aerei, navi e traghetti (tranne che per lo Stretto di Messina), treni intercity e ad alta velocità.
Green pass in hotel
Gli hotel non hanno l’obbligo di chiedere la certificazione verde agli ospiti, salvo che per pranzare o cenare nei casi in cui la struttura preveda la possibilità di ricevere al suo interno anche ospiti esterni.
Green pass in ristoranti e pizzerie
Occorre il green pass per consumare cibo al tavolo in locali al chiuso.
Green pass negli impianti sciistici
Il Green pass è obbligatorio per accedere agli impianti di risalita.
Vacanze all’estero
Per quanto riguarda le vacanze all’estero è necessario controllare frequentemente le liste stilate dal ministero degli Esteri e della Salute. Ad oggi tra i Paesi per cui non sono previste limitazioni sugli spostamenti sia in entrata che in uscita, ad esempio in Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca (incluse Far Oer e Groenlandia), Estonia, Finlandia, Francia (incluse Guadalupa, Martinica, Guyana francese, Riunione, Mayotte), Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi (esclusi territori al di fuori del continente europeo), Polonia, Portogallo (incluse Azzorre e Madeira), Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna (incluse isole Canarie e altri territori nel continente africano), Svezia, Ungheria. Con le stesse modalità si potrà andare in altri Stati europei: Islanda, Liechtenstein, Norvegia (incluse isole Svalbard e Jan Mayen), Svizzera, Repubblica di San Marino, Città del Vaticano, Andorra e Principato di Monaco. Al rientro è però obbligatorio compilare il modulo EU Dplf.
Per quanto riguarda chi arriva o torna dai Paesi dell’Elenco D (oltre a Stati Uniti e Regno Unito), ovvero Arabia Saudita, Australia, Bahrein, Canada, Cile, Emirati Arabi Uniti, Giappone, Giordania, Kosovo, Israele, Kuwait, Nuova Zelanda, Qatar, Irlanda del Nord (compresi Gibilterra, Isola di Man, Isole del Canale e basi britanniche sull’isola di Cipro ed esclusi i territori non appartenenti al continente europeo), Repubblica di Corea (Corea del sud), Ruanda, Singapore, Ucraina, Uruguay, Taiwan, Hong Kong e Macao. Per il rientro in Italia da questi Stati è necessario: esibire il modulo EU Dplf, un tampone negativo a 72 ore (48 per il Regno Unito), isolamento fiduciario di 5 giorni e ulteriore tampone trascorso il periodo (voli Covid teste esclusi). Chi ha completato il ciclo vaccinale e può esibire un tampone negativo all’ingresso non dovrà osservare l’isolamento di 5 giorni.
Per i Paesi nell’elenco E, ossia gli Stati non indicati nelle altre liste, gli spostamenti in entrata e in uscita sono autorizzati solo per in presenza di precise motivazioni (lavoro, studio, salute, urgenza, rientro al domicilio) secondo le regole vigenti nel paese di destinazione. All’ingresso in Italia da questi paesi resta obbligo di plf, tampone a 72 ore, isolamento fiduciario di 10 giorni e tampone al termine.
Fonte: Gds.it