Sono sempre più i cittadini italiani che percepiscono il reddito di cittadinanza, a causa di condizioni economiche in cui sono costretti a vivere decisamente difficili e critiche.
Eppure per avere diritto a percepire il reddito di cittadinanza bisogna non solo soddisfare specifici requisiti ma anche rispettare determinate condizioni.
Ma scopriamo insieme se tale misura di sostegno è pignorabile.
Innanzitutto chiariamo che il reddito di Cittadinanza è un sussidio che è stato introdotto da qualche anno a sostegno
dei nuclei familiari in stato di bisogno.
Poichè esso costituisce una misura contro la povertà e, quindi, non riveste natura alimentare, non soggiace alle disposizioni che prevedono divieti di pignorabilità.
A ritenere il reddito di cittadinanza pignorabile è stato per la prima volta il Tribunale di Trani, chiamato ad esprimersi sul caso di una coppia divorziata giunta davanti al giudice perché l’ex marito non versava l’assegno di mantenimento all’ex moglie.
L’ordinanza ha accolto il ricorso della donna e ha stabilito che l’uomo deve pagare all’ex coniuge una parte del sussidio che riceve dallo Stato.
Anzi, non lo farà lui direttamente: lo farà l’Inps, che tratterrà ogni mese dal reddito di cittadinanza l’importo fissato dal giudice e lo girerà all’ex moglie.
Per il Tribunale di Trani, quindi, il reddito di cittadinanza si può pignorare se deve essere usato per soddisfare i bisogni primari delle persone delle quali il titolare ha l’obbligo di prendersi cura, anche se non fa più parte dello stesso nucleo familiare.
La pronuncia in commmento rappresenta un precedente significativo finalizzato a sciogliere, seppure in prima battuta, i numerosi dubbi più volte sollevati dagli operatori del diritto sulla natura giuridica del reddito di cittadinanza e sulla conseguente possibilità di sottoporlo a pignoramento”.
Avv. Giuseppina Gilda Ferrantello