In ambiti scientifici, riguardanti specialmente la farmacologia, si sente spesso parlare di “effetto placebo” e, meno frequentemente, del suo opposto, ovvero l’ “effetto nocebo”.
Un placebo è una sostanza inerte o un trattamento privo di proprietà curative o terapeutiche, mentre per “effetto placebo” si intende la risposta alla sua somministrazione. In poche parole, si usa per identificare l’effetto curativo di un qualcosa che di per sé non possiede proprietà nè dovrebbe poter produrre alcun effetto, a seguito della profonda fiducia di guarigione che il paziente nutre nei suoi confronti, manifestando miglioramenti anche quando non gli è stato somministrata alcuna cura.
Il meccanismo alla base di questo effetto è di tipo psicosomatico ed è legato dunque in gran misura alle aspettative che il paziente ripone nelle cure o nei farmaci che gli vengono proposti; proprio sulla base di tali aspettative, il sistema nervoso induce modificazioni fisiologiche e psicologiche stimolando la produzione di endorfine, ovvero sostanze prodotte dall’ipofisi, ghiandola posta alla base del cranio, aventi importanti proprietà analgesiche, ritenute simili a quelle della morfina e dell’oppio.
Un “nocebo”è invece una sostanza o terapia medica innocua e priva di attività terapeutica intrinseca, ma in grado comunque di scatenare reazioni negative o indesiderate a causa della valenza negativa che il soggetto attribuisce alla cura, basato principalmente su una scarsa fiducia nei farmaci e nel personale medico, o ancora sul condizionamento (legato a precedenti esperienze, per esempio sapere che quel dato farmaco o medico ha provocato danni ad un amico aumenta l’effetto nocebo).
Se dal punto di vista psicologico il paziente sottoposto reagisce negativamente alla terapia, a livello del sistema nervoso centrale (e non solo) si attiva il cosiddetto circuito dell’ansia, da cui consegue una risposta biologica con modificazioni nei livelli di neurotrasmettitori ed ormoni: lo stesso sistema immunitario risulterà fortemente influenzato dallo stato psicologico del soggetto.
Sostanzialmente dunque il meccanismo psicologico che si innesca nell’effetto nocebo, così come in quello placebo, è quello dell’aspettativa, della suggestione e dell’autosuggestione: se una persona si aspetta che un farmaco non faccia effetto o non ripone fiducia nel medico allora non avrà alcun miglioramento, mentre se lo stesso soggetto è convinto che il farmaco sia di buona qualità e che esso possa giovare alla sua salute allora noterà dei miglioramenti, nonostante in entrambi i casi tali farmaci non siano dotati di proprietà curative.
Dott.ssa Alessia Zappavigna -Psicologa