Nelle ultime settimane, il Governo italiano ha dichiarato lo stato di preallarme per quanto riguarda le forniture di gas in seguito alla guerra tra Russia e Ucraina.
Il conflitto insiste sul territorio attraverso cui passa gran parte delle forniture di gas naturale che approvvigionano il sistema italiano ed il livello di pericolosità della minaccia alle forniture è sensibilmente maggiore rispetto a quanto previsto nelle analisi di rischio svolte in passato. Ma cosa significa?
Il primo obiettivo sarà quello di aumentare le forniture alternative rispetto a Mosca. Per questo l’esecutivo si concentrerà sul gas naturale liquefatto importato da altre rotte, aumentando i flussi dai gasdotti non a pieno carico, come il Tap dall’Azerbaijan, il TransMed dall’Algeria e dalla Tunisia e il GreenStream dalla Libia, oltre alla riapertura delle centrali a carbone sparse sul territorio nazionale.
Maggiormente coinvolto sarà quindi il gasdotto Transmed, per il quale si prevede di raddoppiare la portata di gas (attualmente la capacità di trasporto è di 36 miliardi di metri cubi per anno). Cosa cambierebbe per noi?
Assolutamente nulla in quanto la nostra città non è minimamente coinvolta nella commercializzazione del gas in Europa da parte di Eni.
In termini di occupazione che cosa apporterebbe?
Assolutamente nulla, in quanto Eni non ha mai realizzato sinergie con le realtà locali se non per i lavori di realizzazione del gasdotto sulla terraferma terminati da tempo. Insieme al Sindaco Quinci, abbiamo approfondito gli aspetti dell’impatto che il gasdotto Transmed ha avuto nella nostra città.
E’ ipotizzabile che la zona sia soggetta a rischio di Incidente Rilevante, che per definizione è inteso: “evento quale un’emissione, un incendio o un’esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati che si verificano durante l’attività di uno stabilimento, e che dia luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l’ambiente, all’interno o all’esterno dello stabilimento, e in cui intervengano una o più sostanze pericolose”, rientrante nella attuale normativa di riferimento che è il D.L. n. 105 del 26 giugno 2015, che recepisce la Direttiva 2012/18/UE (Seveso III), entrato in vigore il 29 luglio 2015, abrogando il D.Lgs. n. 334/99 e s.m.i.. Non esiste alcun Piano di Emergenza Esterno (PEE), relativo alla presenza di detto impianto riguardante la Città di Mazara del Vallo.
Il Global Terrorism Index 2019, relativo al 2018, ha inserito la Libia al dodicesimo posto tra i Paesi che subiscono maggiormente la minaccia terroristica, con un indice pari a 6,76 su 10. Malgrado l’irrisoria distanza chilometrica con l’impianto della nostra città, non esiste alcun tipo di controllo evidente del territorio nella zona sulla quale insiste la struttura del gasdotto stesso. Dalla data del 1981, data di costruzione della suddetta centrale del gasdotto, il litorale di contrada Tonnarella è stato eroso, fino alla quasi scomparsa, come accertato da diversi studi, da un moto ondoso anomalo e mai prima verificatosi, probabilmente riferibile alla costruzione della struttura della sealine nella zona di approdo alla costa.
Sulla base di queste indagini effettuate negli ultimi anni, abbiamo deciso di portare avanti una azione di protezione della città rivolgendoci ad ENI e al nostro Governo, per ottenere un concreto riconoscimento del ruolo che Mazara del Vallo ha avuto negli scorsi decenni e che, alla luce delle ultime vicende, avrà ancor di più, nel rappresentare il boccaporto italiano dell’energia necessaria ed indispensabile all’intera Europa.
Mazara del Vallo ha il diritto a ricevere la giusta attenzione da parte di chi fino ad oggi non ha minimamente preso in considerazione i rischi e i danni che la nostra città ha dovuto subire per decenni.
Richiamiamo tutte le forze politiche, i comitati civici, le forze sane della città, ad uno scatto di orgoglio e ad unirsi alla nostra azione. Abbiamo bisogno del supporto di tutti!
Assessore Giacomo Mauro
Consigliere Giuseppe Palermo
Consigliere Matteo Bommarito