Si chiama Transmed, parla siciliano e potrebbe essere la soluzione italiana per sostituire il gas russo. Si tratta di un impianto che trasporta il gas direttamente dall’Algeria alla Sicilia, a Mazara del Vallo per l’esattezza, una linea di 2.475 chilometri, posto a seicento metri sul fondo del mare, e che ha una capacità
di 30,2 miliardi di m cubi l’anno.
Ma la caccia italiana alle risorse per fare a meno del gas russo passa ancora dalla Sicilia con riferimento al rigassificatore di Porto Empedocle.
È proprio il Transmed, conosciuto anche come gasdotto Enrico Mattei, al centro del viaggio di oggi (11 aprile) del presidente del Consiglio, Mario Draghi ad Algeri, dove è arrivato con il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e con quello della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. In nord Africa è volato anche Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni per un faccia a faccia con i vertici di Sonatrach, il gruppo energetico algerino.
L’Italia, come il resto d’Europa vuole affrancarsi dal gas russo dopo l’attacco all’Ucraina. Una missione al momento complicatissima visto che Putin è il primo fornitore per l’Italia e non solo. E in questa strategia sono previsti nuovi viaggi di Draghi in Angola e Congo, già entro la seconda metà di aprile.
Il gasdotto Transmed che collega l’Algeria a Mazara del Vallo
Attualmente l’Italia importa circa 29 miliardi di metri cubi all’anno di gas da Mosca, il 40% circa dei 75 miliardi che il si consumano ogni anno. Transmed, che collega l’Africa con Mazara del Vallo, è in funzione dal 1962 e ha una capacità massima di 32 miliardi di metri cubi l’anno, tre volte quella del Tap e non molto inferiore a quello della condotta che arriva in Friuli Venezia Giulia dalla Russia. L’Algeria ospita riserve di gas pari a 4,5 miliardi di metri cubi, le decime al mondo, cento volte più grandi di quelle italiane. La produzione è di circa 90 miliardi metri cubi l’anno, più o meno un terzo finisce in Italia, paese che ogni anno consuma circa 80 miliardi di metri cubi.
Le infrastrutture del Paese africano sono però obsolete, bisognose di manutenzione e ammodernamento. Difficile che la Transmed si possa utilizzare molto più di quello che già arriva ora, a meno dei lavori di ammodernamento per i quali l’Italia vuole entrare in gioco aiutando l’Algeria.
Un miliardo per il rigassificatore di Porto Empedocle
Il progetto del rigassificatore di Porto Empedocle nasce 18 anni fa, da sette anni era stato messo in cantina dai vari governi dopo aver ottenuto i permessi e affrontato l’opposizione e i ricorsi dei comitati locali, preoccupati per la vocazione turistica della zona.
Ora l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, ha annunciato la ripresa del progetto con un investimento di circa un miliardo. L’obiettivo è “attrezzare la Sicilia a ricevere navi gasiere e dare flessibilità di fornitura di gas“, ha detto Starace.
Il rigassificatore permetterebbe di riportare il gas che verrà trasportato sulle navi dallo stato liquido a quello aeriforme. Quello di Porto Empedocle sarebbe il primo impianto del genere in Sicilia, in Italia ce ne sono tre che si trovano a La Spezia, Livorno e Rovigo. L’ultimo tentativo di realizzarne uno risale a 15 anni fa, quando, nel 2997, ad Augusta la Ionio Gas presentò un progetto da 800 milioni e 400 posti di lavoro che poi non andò avanti.
Fonte: Gds.it