Per i cristiani è il giorno della Passione e della morte di Gesù Cristo, il secondo del Triduo pasquale. Un momento dedicato alla penitenza e alla riflessione, in attesa di esultare con gioia per la Resurrezione del Signore. E’ il Venerdì santo, che quest’anno cade oggi, venerdì 15 aprile. Esistono differenze nelle celebrazioni della Chiesa cattolica fra rito ambrosiano e rito romano.
Caratteristiche generali
Seguendo Cathopedia, enciclopedia online sul cattolicesimo e le sue tradizioni, scopriamo cosa distingue questa giornata. Il Venerdì santo, innanzitutto, non si celebra l’Eucaristia. I fedeli commemorano solamente l’azione liturgica della passione del Signore, composta dalla liturgia della parola, dall’adorazione della croce e dai riti di Comunione. E’ giorno di digiuno e astinenza dalle carni. In Germania e Svizzera (Cantoni Ticino e Vallese a parte) il Venerdì santo è festività civile.
Nel pomeriggio del Venerdì santo – l’orario della morte di Cristo in croce è collocato alle 15 – si svolge l’azione liturgica della passione del Signore, celebrazione che ha origini molto antiche (VII secolo), ed è presente anche nel rito bizantino, come una delle tre tipologie di divina liturgia. Si articola in tre parti: la liturgia della parola, l’adorazione della Santa croce, la santa comunione con i presantificati.
Rito ambrosiano
Nel rito ambrosiano, anche qui solo pomeridiano o serale, sono previsti due momenti liturgici. Il primo è la celebrazione della morte del Signore, distinto in tre momenti. Si parte con l’annuncio della morte del Signore, con la lettura della passione secondo Matteo dal punto in cui era stata interrotta la sera precedente, Giovedì santo. Segue l’adorazione della croce: l’immagine del crocifisso viene portata su un cuscino verso l’altare maggiore: per tre volte la croce viene innalzata, mentre si canta l’antifona “Ecce lignum Crucis in quo salus mundi pependit (ecco il legno della croce, al quale fu appeso il salvatore del mondo)” e per tre volte tutti si inginocchiano davanti alla croce in adorazione. Nuovamente la Croce, una volta deposta sui gradini dell’altare, viene adorata con tre genuflessioni e con un bacio di venerazione all’immagine del crocifisso. Si chiude questa parte con la preghiera universale, in cui si prega per le necessità della Chiesa e del mondo. Quest’anno, quindi, alcune intenzioni saranno dedicate alla guerra in Ucraina e alla richiesta di pace più volte avanzata da papa Francesco.
Secondo momento liturgico è la celebrazione vespertina “nella deposizione del Signore”: si incentra – è sempre Cathopedia a dirlo – sulla pericope evangelica di Matteo (27,57-61). Fra i passaggi più significativi della proclamazione della Parola ci sono la prima e la seconda lettura dell’inizio dei Vespri, (Is 49,24-50,10 e Is 52,13-53,12), definiti preannunci profetici della Passione di Gesù.
Nella tradizione ambrosiana, il Venerdì santo, così come tutti i venerdì di Quaresima, è giorno aliturgico e non è distribuita l’Eucaristia.
Momenti condivisi
In gran parte della parrocchie si celebra la Via Crucis, che ripercorre in quattordici stazioni (alle quali può essere aggiunta la quindicesima, quella della Resurrezione) le tappe della Passione di Gesù Cristo, dalla derisione e flagellazione alla deposizione del corpo nel Santo Sepolcro. Queste stazioni rappresentano episodi del Vangelo ma anche fatti tratti dalla devozione popolare. Tanto che esistono formule alternative (è il caso di quella svolta dal papa al Colosseo dal 1991), basate esclusivamente sulle pagine del Vangelo.
Le campane
Nel rito ambrosiano le campane suonano sino all’annuncio della morte del Signore, cioè fino alle ore 15 del Venerdì santo, dopodiché tacciono fino alla veglia pasquale.
Fonte: ilgiorno.it