Sono 36.573 i nuovi contagi da Covid registrati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute.
Ieri erano stati 31.885.
Le vittime sono invece 64, in aumento rispetto alle 48 di ieri. Sono stati eseguiti in tutto, tra antigenici e molecolari, 194.676 tamponi con il tasso di positività al 18,7%, in aumento rispetto al 16,3% di ieri. Sono 192 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 3 in più di ieri. Gli ingressi giornalieri sono 20. I ricoverati nei reparti ordinari sono 4.303, ovvero 85 in più di ieri.
Gli attualmente positivi sono 600.781, dunque 3.104 in meno nelle ultime 24 ore. In totale sono 17.773.764 gli italiani contagiati dall’inizio della pandemia, mentre i morti salgono a 167.617. I dimessi e i guariti sono 17.005.366, con un incremento di 40.108.
COSTA: VERSO STOP A ISOLAMENTO DOMICILIARE PER POSITIVI
La norma che prevede l’isolamento domiciliare per chi risulta positivo al virus SarsCoV2 potrebbe avere i giorni contati. Ad annunciarlo il sottosegretario alla Salute Andrea Costa che, nell’ottica di una nuova fase di “necessaria convivenza col Covid”, spiega che un provvedimento in questa direzione potrebbe arrivare presto. Ma l’ipotesi di un ‘liberi tutti’ nonostante la conferma della positività al virus divide gli esperti e incassa la bocciatura del presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli. “Credo che siamo molto vicini a questo traguardo, cioè lo stop all’isolamento domiciliare per i positivi. D’altronde l’obiettivo è quello della convivenza con il virus e se parliamo di convivenza – è il ragionamento di Costa – non possiamo che rimuovere anche l’isolamento per i positivi”. Quindi, ha annunciato, “confido che nelle prossime settimane si arrivi anche a questa scelta ,che sarebbe un ulteriore passo verso la normalità. Credo che ci siano i giorni contati anche per arrivare a questo tipo di provvedimento”.
STOP DALL’ORDINE DEI MEDICI
Una posizione, quella di Costa, che ha determinato reazioni opposte da parte degli esperti. I positivi, afferma Anelli, “stanno aumentando e la diminuzione dei ricoveri sta frenando; la circolazione del virus è molto alta, e da oggi non ci sono più le mascherine obbligatorie e quindi la possibilità che i contagi aumentino è reale. Consiglio quindi molta prudenza, soprattutto per solidarietà nei confronti dei più fragili che potrebbero essere infettati. Il consiglio è cioè di riflettere prima di prendere decisioni di questo genere, perchè al momento non ci sono le condizioni per una simile decisione”. Frena anche l’infettivologo Massimo Galli: “Manterrei ancora abbastanza il piede sul freno – commenta -. I numeri degli ultimi giorni, a partire dai dati dell’ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe, non possono infatti lasciarci tranquilli e indicano un’inversione di trend della pandemia, con i contagi ed i decessi che hanno ripreso a salire. Siamo cioè di fronte ad una possibile recrudescenza della pandemia, dettata dalla variante più infettiva Omicron 5, e non siamo in grado di dire ora quale potrà essere la ricaduta sugli ospedali, quindi consiglierei cautela”. Insomma, osserva, “si è tutti alla ricerca di un ritorno alla normalità ma i dati sono oggettivi e consigliano prudenza”. Inoltre, eliminare l’isolamento domiciliare per i positivi “metterebbe a rischio la sicurezza dei soggetti più fragili. I dati dimostrano infatti che le ultime varianti non sono comunque innocue e chi non risponde pienamente alla vaccinazione, come appunto alcune categorie di pazienti fragili, può ammalarsi anche gravemente”.
ESPERTI DIVISI
Diversa l’opinione di Roberto Cauda, infettivologo del Policlinico Gemelli di Roma. Lo stop all’isolamento domiciliare “penso sia una decisione che può essere presa, ciò tenuto anche conto che la malattia, allo stato attuale e non nella forma grave, è simile ad altre malattie respiratorie. Bisogna insomma convivere col virus. Ciò ovviamente – precisa – non significa però non tenere gli occhi aperti e non tornare sui propri passi se necessario”. Il punto è che di questo virus “non ci possiamo liberare ma possiamo pensare che la pandemia finisca nei termini con cui la conosciamo: diventerà cioè un virus endemico, con focolai periodici ma momentanei. E in questo scenario – conclude – possiamo fare solo una cosa: potenziare le vaccinazioni, e ciò significa potenziare la terza dose che è al 67% di copertura e la quarta dose per i fragili, arrivando in futuro ad un richiamo vaccinale annuale”.
Fonte: Ansa.it