E’ inconfutabile il fallimento delle politiche di riduzione dello sforzo di pesca attuate dall’UE nel Mediterraneo negli ultimi trent’anni perché l’approccio è stato quello della regolamentazione unilaterale che non ha prodotto alcun effetto sulle risorse ittiche, avendo potuto le altre flotte pescherecce dei Paesi extra-UE operare liberamente, senza vincoli né limiti.
La pesca non è la sola causa della sofferenza dei mari e dovrebbe essere applicato e messo in pratica un vero approccio eco-sistemico, capace di leggere tutte le interazioni che influenzano gli stock. A pagare non può più essere il pescatore e l’impresa di pesca che in Sicilia hanno registrato centinaia di imbarcazioni demolite e espulso dal settore migliaia di pescatori dagli inizi degli anni ’90 del secolo scorso. Nella direzione di dare un volto nuovo, regolamentare e rilanciare il settore della pesca va la “Risoluzione del Parlamento europeo del 6 ottobre 2021 sulla ricostruzione degli stock ittici nel Mar Mediterraneo: valutazione e prossime tappe (2019/2178(INI)” che mira a ricostituire gli stock ittici senza danneggiare i pescatori e salvaguardando l’antico mestiere nel rispetto della sostenibilità ambientale, economica e sociale, approvata dal Parlamento europeo con 577 voti favorevoli.
Nella Relazione l’europarlamentare siciliano Raffaele Stancanelli chiarisce che ci sono ben altre criticità che nulla o poco hanno a che fare con lo sforzo di pesca rispetto agli stock ittici da salvaguardare in prospettiva futura. Infatti, introduce un nuovo approccio che parte dal considerare la mancanza di una quantificazione precisa delle conseguenze sugli stock ittici di tutti i possibili elementi impattanti al di fuori delle attività di pesca, come l’inquinamento, il riscaldamento globale, le specie aliene, lo sfruttamento degli idrocarburi, il dragaggio o i trasporti marittimi.
Il Relatore sottolinea come questa mancanza di informazioni non permetta di assumere decisioni sufficientemente adeguate ed efficaci per garantire la conservazione degli stock e degli ecosistemi marini nel Mediterraneo. E lo fa invitando il Consiglio e la Commissione a valutare positivamente la posizione del Parlamento nella revisione in corso del regolamento (CE) n. 1005/20081 (regolamento INN sulla pesca illegale), in particolare in relazione alla proposta del Parlamento di introdurre misure di salvaguardia, soggette a determinate condizioni, in base alle quali le tariffe preferenziali per i prodotti della pesca e dell’acquacoltura vengono temporaneamente sospese da paesi non-UE che non cooperano adeguatamente nella lotta contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata.
Altro tema molto d’impatto per gli imprenditori della pesca, ma anche per il mondo sindacale, è quello del rinnovo delle flotte di pesca dei Paesi membri che operano nel Mediterraneo per abbattere i costi energetici, ridurre l’inquinamento, aumentare la sicurezza a bordo. Una scelta fortemente caldeggiata per consentire di archiviare definitivamente la lunga stagione della politica di demolizione dei natanti da pesca e della riduzione della capacità produttiva delle flotte comunitarie nel Mediterraneo.
Questo tema rappresenta uno degli argomenti centrali per il futuro della pesca mediterranea sul quale ha costruito il suo impegno parlamentare in Europa Stancanelli, che ha assunto la posizione in controtendenza con la politica comunitaria degli ultimi decenni. Per Stancanelli, posizione auspicata dal mondo delle imprese di pesca e dai pescatori, il rinnovo delle flotte europee nel Mediterraneo, la cui età media è molto alta sia in termini di barche sia di motori, comporterebbe un rilancio dell’economia peschereccia, in quanto ridurrebbe il loro impatto sull’ambiente, promuoverebbe l’efficienza in termini di consumo di carburante e la decarbonizzazione dei pescherecci e migliorerebbe la sicurezza e le condizioni di lavoro a bordo.
Altro elemento importante introdotto dal Relatore della Risoluzione è quello di invitare il Commissario responsabile per la pesca e gli affari marittimi ad istituire un organo consultivo con la partecipazione dei paesi non-UE dell’area mediterranea, al fine di ridurre la concorrenza sleale e garantire parità di condizioni per i pescatori europei e le donne europee che lavorano nel settore. Un luogo di confronto permanente sarebbe determinante per assumere decisioni comuni e condivise.
Alla luce del sequestro dei 18 pescatori mazaresi per mano di milizie libiche nel 2020, va sottolineata, con grande soddisfazione, la condanna alle continue violazioni del diritto del mare nel Mar Mediterraneo, tra cui i sequestri di persona, le requisizioni di imbarcazioni, la reclusione illegale, le intimidazioni, i controlli, le vessazioni, le aggressioni e i processi iniqui ai danni dei pescatori dell’Unione per aver esercitato il loro lavoro, in palese violazione degli obblighi internazionali in materia di diritti umani; e anche l’invito alla Commissione ad analizzare la situazione nel Mediterraneo e a valutare la possibilità di creare una tipologia di operazione a tutela dei marinai e delle imbarcazioni europee.
(Fonte: Italiaincorsa.it)
Giuseppe Messina
Segretario UGL Sicilia