La Chiesa è missione e il Cristiano è missionario. Questa è la nostra identità.
Il mese di ottobre per la Chiesa è il mese del riinizio della vita pastorale, dopo la pausa estiva, la programmazione e l’organizzazione delle attività pastorali per il nuovo anno.
Per assumere una prospettiva missionaria, credo che bisogna compiere, nella continuità con il passato, alcuni passaggi che aprono al nuovo:
– Passare da una parrocchia come cura d’anime, di conservazione o di “manutenzione” delle anime, ad una parrocchia presente nel territorio in modo intelligente, in dialogo con tutte le realtà educative, aperta alle nuove esigenze, missionaria.
– Pensare la pastorale in termini globali e non settoriali; la catechesi deve essere pensata e fatta dentro un progetto pastorale armonioso e condiviso da tutti gli operatori pastorali; una catechesi sganciata o parallela al resto della vita parrocchiale non porta da nessuna parte.
– Proporsi di entrare in sintonia con le persone che chiedono di essere catechizzate per riceve i sacramenti, dando la priorità alla via affettiva e facendo seguire la via intellettiva; mostrare il volto di una Chiesa amica, capace di stare vicino a tutti e di accogliere tutti senza svendere pastoralmente il Vangelo. Le norme e le regole non possono essere date in forma rigida, come camicie di forza, ma con il buon senso del padre e della madre di famiglia, che adatta secondo le esigenze, le sensibilità e le storie personali dei figli.
– Passare da un impianto catechistico centrato sui piccoli e in funzione dei sacramenti, ad un impianto di iniziazione alla fede a partire dagli adulti, dalle famiglie, attraverso i sacramenti. I genitori, primi catechisti dei figli, non sono utenti del parroco e degli operatori pastorali, ma operatori pastorali a pieno titolo, in collaborazione con tutti gli altri operatori pastorali. La sintonia e la collaborazione tra tutti gli adulti è necessaria per attuare un progetto educativo in favore dei piccoli e dei ragazzi.
– Passare da una catechesi di iniziazione cristiana, ad una catechesi di primo annuncio; catechizzare significa narrare e non spiegare; narrazioni gioiose e attuali, coinvolgenti, che incuriosiscono e pongono domande alla ricerca di risposte.
– Pensare ad una catechesi che pone interrogativi e che non da le risposte pronte, ma aiuta a cercarle, con lo studio, la preghiera, il confronto. Non aver paura di non trovare risposte sempre complete… lo Spirito di Dio aiuterà, illuminerà e completerà piano piano in questa ricerca, Lui è il vero catechista missionario nella Chiesa.
Buon lavoro a tutti
Don Giuseppe Alcamo