Il prossimo 20 ottobre si celebra la Giornata Nazionale dell’Afasia, istituita da A.IT.A. Federazione – Associazione Italiana Afasici, per sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sull’afasia.
L’afasia è un disturbo acquisito in cui si perde la capacità di comunicare e può interessare sia la capacità di esprimersi che quella di comprendere il linguaggio, parlato o scritto.
La persona afasica si ritrova in una condizione in cui non è più in grado di esprimere i propri pensieri, i propri sentimenti, ed è solita manifestare rabbia, frustrazione e sintomi depressivi. Inoltre, non è capace di leggere, di scrivere e di fare i calcoli, in quanto la scrittura e le capacità aritmetiche sono connesse con la funzione del linguaggio.
Questo porta chi è affetto da afasia a vivere improvvisamente all’ombra della società, in una condizione di isolamento.
Le cause sono variabili, in primis l’Ictus e il trauma cranico; in questi casi improvvisamente non si è più in grado di capire e di parlare; tra le altre possibili cause citiamo i tumori cerebrali (con esordi subacuti) e le malattie degenerative (con episodi progressivi).
In base all’area cerebrale in cui è presente il danno è possibile individuare, tra gli altri, i seguenti tipi di afasia:
- afasia di Broca o Espressiva: principalmente è compromessa la capacità di produrre parole isolate e frasi, mentre la comprensione è più conservata. Si associa più frequentemente ad un danno nell’area frontale dell’emisfero sinistro;
- afasia di Wernicke o Recettiva: in questa tipologia è principalmente compromessa la comprensione del linguaggio, il paziente non riesce a comprendere le parole e le frasi e la produzione di parole è caratterizzata dai cosiddetti ‘neologismi’, e si verifica quando il danno è nell’area temporale dell’emisfero sinistro;
- afasia Globale: è la forma più grave dove viene compromessa la produzione della parola, l’elaborazione e la comprensione stessa. È causata da ampie lesioni dell’emisfero sinistro e delle strutture profonde sottostanti;
- afasia progressiva: il disturbo esordisce lentamente e che costituiscono la prima manifestazione della demenza: paziente inizia a non trovare più le parole giuste da inserire nelle conversazioni, diventa anomico, e si inseriscono nelle frasi delle parole passepartout con riferimenti scarsi e poco incisivi fino a perdere piano piano la capacità di comunicare.
Purtroppo, non sempre il paziente è consapevole delle sue problematiche, per esempio nelle afasie ricettive e nelle fasi conclamate delle afasie progressive, la difficoltà di comunicazione può causare agitazione, reattività ed isolamento. Si rivelano dunque di fondamentale importanza il supporto e il coinvolgimento dei familiari e degli amici per permettere una diagnosi precoce ed una presa in carico efficace del paziente.
Dott.ssa Alessia Zappavigna -Psicologa