Festeggiava su Facebook la “rinascita” per essere scampato all’abbattimento di un elicottero militare ucraino quattro anni fa. Qualche ora dopo è stato ferito a morte a colpi di arma da fuoco nella sua abitazione di Kiev. Si è conclusa così, a 41 anni, l’esistenza del giornalista russo Arkady Babchenko, critico contro il Cremlino, che nel 2017 era riparato in Ucraina per “minacce”. Aveva partecipato a guerra in Cecenia e lavorato per Novaya Gazeta.
L’omicidio“Era a casa nel distretto di Dniprovsky, a Kiev, sua moglie era in bagno, ha sentito un colpo e quando è uscita ha visto il marito sanguinante”, ha detto a Reuters un portavoce della polizia, Yaroslav Trakalo, aggiungendo che il giornalista e scrittore russo è “morto in ambulanza”. Stando, invece, alle prime informazioni pubblicate da media russi e ucraini, il cronista sarebbe stato colpito alla schiena da tre proiettili mentre stava rientrando nel suo appartamento e sua moglie, in bagno al momento dell’attacco, lo ha ritrovato nel corridoio coperto di sangue.
Babchenko prestò servizio nell’esercito russo durante le guerre in Cecenia; in seguito divenne giornalista. Ha lavorato come corrispondente militare per diversi organi di stampa russi, compresa la testata dell’opposizione Novaya Gazeta, impegnato a raccontare i conflitti in Georgia e Ucraina.
Negli ultimi anni il reporter era stato aspramente critico contro le operazioni di Mosca in Siria e Ucraina. “Qui non mi sento più sicuro”, aveva scritto elencando tutte le minacce che aveva subito, anche da parte del deputato ultranazionalista Vitaly Milonov e dal senatore Frants Klintsevich. Il network Tsargrad, guidato da Alexander Dugin, definito da molti osservatori come l’ideologo di Putin (sebbene questa sia una tesi alquanto controversa), lo aveva ad esempio inserito al decimo posto dei 100 russofobi più pericolosi. Così lasciò la Russia nel febbraio 2017, riparando prima a Praga e poi a Kiev, preoccupato che in patria potesse anche venire incarcerato.
La tragica coincidenzaPoche ore prima di morire Babchenko su Facebook festeggiava il quarto anniversario della sua “seconda nascita”: nel 2014, infatti, scampò all’abbattimento di un elicottero militare ucraino; morirono 14 militari, compreso il generale Kulchitsky, allora 51enne, a capo del dipartimento di combattimento e di formazione speciale della Guardia Nazionale Ucraina.
“Quattro anni fa, – ricordava Babchenko – il generale Kulchitsky non mi ha portato su questo elicottero. A causa del sovrannumero. Non c’era posto. Un’ora o due dopo questa foto, il veivolo è stato abbattuto. Quattordici persone sono morte. E sono stato fortunato. Secondo compleanno, è tutto”.
La carrieraNato nel 1977, Babchenko aveva lasciato le forze armate nel 2000, per dedicarsi al giornalismo, lavorando come corrispondente di guerra per Moskovsky Komsomolets e Zabytyi Polk. Successivamente ha scritto anche per Novaya Gazeta e ha pubblicato libri, uno dei quali edito anche in Italia da Mondadori, con il titolo “La guerra di un soldato in Cecenia”.
(Fonte: Tgcom24.mediaset.it)