Oggi la Chiesa celebra la Giornata Mondiale della Pesca 2023, il cui tema è “Gettate la rete”, un motto ispirato al passo del Vangelo di Giovanni (Gv 21,6).
Siamo tutti chiamati ad una profonda riflessione sulla necessità indifferibile di porre ogni azione a garanzia del futuro dell’attività di pesca, messa a rischio da norme, divieti, controlli, che minano le fondamenta di un mestiere così antico e fondamentale per la catena alimentare umana. Basti pensare alle limitazioni dell’Unione europea nel Mediterraneo che stanno soffocando l’economia della pesca e favorendo le marinerie dei paesi frontalieri, africani e asiatici.
La Chiesa, in occasione della giornata mondiale della pesca, incontra la politica ed il mondo delle istituzioni non solo per riaccendere i riflettori sul settore ma anche, e soprattutto, per restituire dignità al pescatore, sostenerne le ragioni del lavoro e riconoscerne il ruolo di custode dell’ambiente marino.
E’ la chiesa a ricordare come la pesca sia il lavoro praticato dai primi discepoli, l’evangelista Giovanni racconta la pesca miracolosa come esperienza di incontro con Gesù Risorto (Gv 21,1-14). Sono, quindi, i pescatori a costruire la Chiesa, unendo ogni giorno fede e lavoro; sulle imbarcazioni da pesca, tra cristiani e musulmani, si moltiplicano belle testimonianze di dialogo interreligioso e di convivenza tra i popoli.
Difatti, fin dai primi secoli, la barca è l’immagine più spesso usata per descrivere la Chiesa, una comunità in viaggio sul mare della storia tra le tempeste, le mareggiate e la bonaccia. I pescatori sono sentinelle di equilibri delicati e possibili pionieri dell’ecologia integrale.
Nel mio libro “MediterraneoMar” ho definito il pescatore come un vero e proprio Ambasciatore di diritti umani perché crea rete con il più importante strumento di lavoro. Crea amicizia, condivide, accoglie, veicola diritti umani.
Il gesto di gettare le reti a mare risponde sicuramente al bisogno umano di consumo, al sostentamento proprio e della famiglia ma custodisce, soprattutto, un atto di fede che si ripete ogni volta che le reti vengono gettate in acqua. Il pescatore incarna l’atto di fiducia verso Dio, la pesca, infatti, non dipende solo dall’abilità umana, ma anche dalla condizione del mare e dalla provvidenza.
Attraverso il Messaggio, in occasione della celebrazione della giornata mondiale della pesca, il Cardinale Carl Czerny, ha sottolineato la sofferenza dei pescatori in molte parti del mondo a causa dei tanti problemi di carattere economico e di concorrenza sleale che mettono a rischio la sopravvivenza del mestiere, soprattutto dei pescherecci a conduzione familiare. Manca spesso un ricambio generazionale e si soffre la crisi climatica che rende l’ambiente marino più fragile e precario.
E Papa Francesco con la Laudato si’ ci ha aiutato a ragionare col paradigma dell’ecologia integrale. Siamo così chiamati a salvaguardare l’ambiente e i posti di lavoro, il mare e le comunità di pescatori.
Cambiare approccio si può, purchè tutte le istituzioni, ad ogni livello, remino nella stessa direzione.
Giuseppe Messina