Ieri, presso la sala conferenze della sede di IRBIM CNR di Mazara del Vallo si è tenuto un workshop organizzato da Nisea – Fisheries and Aquaculture Economic Research – nell’ambito del progetto “SVC4MED” coordinato dalla Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO).
È interessante notare un convegno dedicato alla discussione del gambero rosso di Mazara del Vallo. La partecipazione dell’OP la discussione approfondita sulla sostenibilità della pesca nel Mediterraneo, sull’impatto sul mercato e sugli equilibri commerciali riflettono la complessità delle sfide affrontate dal settore. Affrontare lo sforzo di pesca aggressivo da parte di paesi extraeuropei richiede una collaborazione internazionale e la disponibilità di dati accurati per una gestione sostenibile delle risorse ittiche nella regione. Abbiamo evidenziato importanti variabili non considerate nelle stime della pesca nel Mediterraneo durante l’incontro. La riduzione delle aree di pesca, il calo delle giornate di pesca e l’incremento degli sforzi di pesca aggressivi da parte dei pescherecci extraeuropei sono fattori critici che incidono sull’indice di sbarco del gambero rosso di Mazara del Vallo. La mancanza di dati accurati da parte di tali pescherecci contribuisce alla sfida nel valutare la reale situazione e implementare misure efficaci per la gestione sostenibile delle risorse ittiche nel Mediterraneo. L’OP Blue sea enfatizza l’importanza di imporre regole sulla pesca nel Mediterraneo per preservare le risorse ittiche e il delicato equilibrio dell’ecosistema marino. Sottolinea l’importanza di estendere l’applicazione di tali regole a tutti i paesi rivieraschi, inclusi quelli al di fuori dell’Unione Europea, mediante controlli rigorosi per evitare l’importazione di prodotti ittici pescati in modo non sostenibile. Tale approccio mira a proteggere il mercato italiano e prevenire il dumping commerciale, preservando la sostenibilità del gambero rosso e delle risorse marine nel Mediterraneo. Migliorare i meccanismi di controllo e implementare norme più rigorose potrebbe contribuire a garantire una gestione più sostenibile delle risorse e a proteggere gli interessi del mercato italiano. L’Unione Europea assuma la responsabilità di rinnovare la flotta peschereccia, promuovendo nuove costruzioni con attrezzature all’avanguardia per garantire una pesca sostenibile. Gli attuali modelli obsoleti comportano costi elevati, sia per il carburante che per l’adeguamento alle normative europee. La proposta di incentivare il rinnovamento della flotta, insieme a meccanismi di uscita per chi decide di abbandonare l’attività, potrebbe contribuire a migliorare l’efficienza e la sostenibilità complessiva del settore ittico. È un passo importante, e parallelamente, introdurre un modello di business plan sostenibile per guidare il lavoro dei pescatori coinvolgendo tutti gli stakeholder, sia in Italia che nei paesi europei ed extraeuropei, può contribuire a una gestione più equilibrata delle risorse ittiche nel Mediterraneo. L’approccio inclusivo potrebbe favorire la collaborazione e la sostenibilità a lungo termine per tutti i partecipanti nella filiera ittica.
Maurizio Giacalone