Si aggrava il bilancio del naufragio al largo delle isole tunisine di Kerkennah in Tunisia. Sono 48 i corpi senza vita ripescati finora come ha riferito il ministero dell’Interno tunisino nel suo ultimo comunicato sulla tragedia per la quale la procura di Sfax ha aperto ieri un’inchiesta.
Mancherebbero all’appello ancora decine di persone: secondo un superstite, a bordo dell’imbarcazione vi erano almeno 180 migranti. Quelli finora tratti in salvo sono 68, dei quali 60 di nazionalità tunisina, 2 marocchini, 1 libico e 5 di altri paesi africani. All’ospedale Habib Bourguiba di Sfax sono iniziate le operazioni di identificazione dei cadaveri.
Altra strage ieri nel mar Egeo dove hanno perso la vita nove migranti, tra cui sei bambini. Mentre la politica si infiamma sul tema dei migranti, degli sbarchi e delle espulsioni, il Mediterraneo continua ad inghiottire vite umane.
Secondo l’agenzia turca, Dogan, i migranti stavano cercando di raggiungere l’Europa anche se la meta precisa non è nota. L’approdo in un paese Ue più vicino alla loro rotta sarebbe stata la piccola isola greca di Kastellorizo, di fronte alla cittadina turca di Kas. Le identità e la nazionalità delle vittime non sono state rese note.
Secondo le ultime stime dell’Onu, sono 660 i migranti morti quest’anno mentre tentavano di attraversare il Mediterraneo. Nei primi 4 mesi del 2018 mentre un totale di 22.439 migranti hanno raggiunto le coste europee.
(Fonte: Gds.it)