Basta con le deroghe e gli interventi fatti in nome dell’emergenza: è tempo di ripensare in modo organico tutte le procedure per la gestione delle discariche siciliane. Sono queste le indicazioni che arrivano dal governo nazionale. La Regione non ha infatti ottenuto la proroga dell’ordinanza che avrebbe permesso di continuare a utilizzare le discariche al massimo regime, in deroga ai vincoli normali soprattutto per quanto riguarda il pretrattamento dei rifiuti.
Questo significa che molti Comuni non potranno più portare i rifiuti nelle discariche più vicine, ma saranno costretti ad appoggiarsi a impianti più lontani con una lievitazione dei costi. L’assessorato ai Rifiuti assicura che per ora i due impianti principali, quelli di Palermo e Lentini, non subiranno limitazioni. Ma si attende la prova dei fatti. Dove smaltiranno i rifiuti 66 comuni delle province di Trapani, Agrigento e Caltanissetta? Da oggi intanto la Regione non potrà più accorciare i tempi in cui i rifiuti devono rimanere negli impianti di Tmb – fase necessaria per stabilizzare i valori inquinanti – prima di finire in discarica. Questi tempi erano stati accorciati per virtà della deroga. Adesso tornano ad allungari.
Intanto da Roma bacchettano Palazzo d’Orleans. Il ministero dell’Ambiente ha sottolineato che “degli obblighi di cui la Regione si era fatta carico ogni volta che è stata prorogata la vecchia ordinanza, molti sono rimasti non rispettati”. Per questo motivo “emergono alcuni elementi che necessitano di essere approfonditi. In mancanza dei quali ad oggi non è percorribile la reitera dell’ordinanza così come proposto dalla Regione”.
E in questo clima si inserisce il duro attacco del Movimento cinque stelle. “Una nuova e più grande emergenza rifiuti è alle porte – dice il parlamentare regionale Giampiero Trizzino – . La mancata richiesta per tempo al governo nazionale della proroga dell’ordinanza ministeriale che ha consentito a 66 Comuni fino al 31 maggio di conferire presso la discarica Catanzaro di Agrigento rischia di mettere in ginocchio questi enti locali. E’ del tutto evidente che il prorogarsi della condizione emergenziale causata dalla carenza degli impianti, si sta riflettendo sui Comuni che sono le principali vittime del sistema. Per quanto essi si sforzino di raccogliere i rifiuti, non hanno mai la certezza del luogo di conferimento, a causa di una Regione incapace di ripristinare un sistema ordinario. Non solo – conclude il deputato – per i Comuni oltre al danno si aggiunge la beffa. La stessa Regione, che a loro continua a mettere i bastoni tra le ruote, ha previsto pesanti misure per quelli che non superano il 35 per cento di raccolta differenziata, condannandoli a pagare le spese di trasferimento dei rifiuti fuori Regione. Siamo alla follia”
(Fonte: Palermotoday.it)