Un’opinione pubblica siciliana che si sta omologando “a un modo di pensare che non ci appartiene” sul tema dell’immigrazione e dell’accoglienza. Un “martellamento mediatico” durato anni sta portando i suoi frutti, sostiene Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, prelato che sul tema ha fatto sempre sentire forte e chiara la sua voce. E non è stato il solo negli ultimi giorni. La Chiesa siciliana ha battuto altri colpi. Il cardinale Franco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, ad esempio, qualche giorno fa parlando del caso Aquarius ha detto che “non è una vittoria dell’Italia, ma una sconfitta della politica in generale e della Ue in particolare”. Eppure, Mattteo Salvini ha detto solo pochi giorni fa di “coltivare utili e numerosi rapporti con diversi esponenti del mondo cattolico: lavoreremo assieme – ha aggiunto il ministro dell’Interno protagonista della linea dura dei porti chiusi -, vi stupiremo, troveremo decisamente convergenze”.
Vescovo Mogavero, vorrei partire da un dato apparso sui quotidiani: secondo un sondaggio sei italiani su dieci apprezzano la linea di Salvini. Cosa sta succedendo a suo modo di vedere all’opinione pubblica?
“Sta succedendo qualcosa nell’opinione pubblica italiana e, quello che mi preoccupa di più, nell’opinione pubblica siciliana. I siciliani si stanno omologando a un modo di pensare che non ci appartiene né per cultura né per spessore religioso e spirituale. Il martellamento mediatico gridato ad alta voce da anni, mistificando i dati, sta facendo il suo effetto. La gente è sgomenta, si vedono alcuni di questi migranti nelle proprie strade a bighellonare perché non sanno come passare il tempo e la gente comincia a temere che siamo invasi, comincia a preoccuparsi per la propria incolumità, pensa che questi campino alle spalle nostre. E così oggi come oggi Salvini sta avendo ragione”.
Sulla base di quella che lei ha appena definito una mistificazione?
“Guardi, il presidente dell’Inps Boeri ha dato per l’ennesima volta i numeri di quello che i lavoratori stranieri producono in termini di prodotto interno lordo e di contributi previdenziali e di quanto di contro lo Stato spende per loro. Ci sono dei dati obiettivi forniti da organi dello Stato ma sono informazioni a cui nessun giornale si permette di dare il giusto rilievo e men che mai lo fanno quelli che gridano al lupo al lupo. Un altro dato lo ho visto giusto stamattina. Se confrontiamo il dato degli immigrati entrati in Italia nel 2017 e lo confrontiamo con quelli entrati in Germania o nei Paesi Bassi, vediamo che siamo agli ultimi posti in Europa”.
Perché l’Italia è più paese di transito per gli immigrati…
“Ma è anche un Paese dove ci si stabilisce Se fosse solo di transito quello che ci propinano leghisti e affini sarebbe più grave. Se poi spostiamo lo sguardo sul Medio Oriente, consideriamo due paesi piccoli, Libano e Giordania, dove abbiamo una presenza di immigrati, in buona parte provenienti dalla Siria, che sono vicini al 50 per cento della popolazione. Dovremmo essere più riflessivi, considerando questi dati. La storia darà un giudizio durissimo sull’Italia. Per non parlare delle battute come ‘è finita la pacchia’, pronunciate senza pensare che chi arriva qua cerca di liberarsi da condizioni di vita sub-umane. L’Italia ha una storia di accoglienza e invece oggi si plaude alla chiusura dei porti contro la dichiarazione di Dublino che peraltro fu firmata dai ministri di Berlusconi in un governo in cui c’era la Lega. Da Paese mediterraneo ci stiamo trasformando in paese di nessuna cultura”.
Ma l’immigrazione va normata in qualche modo, ne converrà. In questi giorni il suo “collega” Pennisi, vescovo di Monreale, in un’intervista alla domanda se si possono accogliere tutti ha risposto ‘no, occorre un’accoglienza aperta, benevola ma equa’. Che ne pensa lei?
“Per carità, se si tratta di aprire le porte e porre le persone in condizioni disumane, quella è un’apertura barbara che sotto le mentite spoglie di un atteggiamento umanitario può portare a quello che accade in Libia dove ci sono strutture che sono simili a campi di concentramento Io ammiro molto la linea di Angela Merkel: ci vuole progettualità, valutazione del fenomeno, diversificare il trattamento di richiedenti asilo e migranti economici, servono strategie che abbraccino tutta l’Europa, anche quella parte riottosa come l’Ungheria. Tutti devono fare uno sforzo per risolvere una questione che non è emergenziale ma epocale. In Italia arrivano 137mila persone in un anno, nel mondo si muovono 260 milioni di persone all’anno. E le dico un’altra cosa”.
Prego.
“Qualche anno fa ai tempi di Maroni ministro dell’Interno, si facevano valutazioni numeriche. I migranti che arrivavano in Italia via Mediterraneo, a quei tempi erano 50mila, venivano calcolati come il 20 per cento del fenomeno migratorio del Paese Italia. Cioè l’80 per cento entrava per altra via. E di questi nessuno si occupa perché nessuno li vede”.
Com’è vissuto questo momento nella Chiesa? Alcuni prelati come il cardinale Montenegro hanno fatto dichiarazioni analoghe alle sue. Ma nelle parrocchie cosa succede?
“Distinguiamo. Se parliamo di prese di posizioni ufficiali la linea è quella del cardinale Montenegro o di Mogavero o del cardinale Ravasi. La linea ufficiale, quella che conta, che esprime orientamenti e scelte di valore è per un atteggiamento umanitario nei confronti del fenomeno migratorio, certamente con intelligenza e valutazione del fenomeno. Però non nego che ci sono altre voci all’interno nel mondo cattolico, voci che vengono sbandierate, ma sono voci di singole persone. C’è un mondo cattolico di stampo leghista o paraleghista, che fa discorsi più di matrice politica e non spirituale”.
Salvini lo abbiamo visto tutti con rosario e vangelo in mano…
“Ma nel vangelo si dice avete accolto lo straniero, venite benedetti, non lo avete accolto, andate via maledetti dal Padre mio. Se il vangelo lo brandiamo come una spada è una cosa, se lo usiamo per orientare il nostro comportamento il discorso cambia. Nelle parrocchie in Lombardia o in Veneto la gente che la pensa come Salvini c’è”.
A me pare che ci siano anche nelle parrocchie in Sicilia.
“Sicuro, io sono preoccupato. l’atteggiamento della gente è cambiato. Su facebook o nei discorsi che si improvvisano per strada, la gente che si improvvisa su quelle posizioni è molto più numerosa e ardita”.
E la Chiesa di fronte a questo processo che influenza può avere?
“Noi lo contrastiamo questo fenomeno con l’annuncio evangelico e con i comportamenti, venendo incontro alle esigenze di queste persone. Serve coerenza col vangelo: predicazione e testimonianza. Non abbiamo strumenti coercitivi, non vogliamo chiudere la bocca alle persone, ma dobbiamo dirlo che se certi comportamenti ci mettono contro il vangelo, ci mettono contro Cristo”.
(Fonte: Livesicilia.it – Salvo Toscano)