Si è concluso ieri a tarda sera lo sbarco dei migranti a bordo della nave Diciotti a Trapani. Dopo una lunga attesa, sono scesi in 40 minuti tutti i 67 migranti, anche i due indagati. Ci sono tre donne, una delle quali ha una ferita a un piede. La sua condizione è sotto valutazione medica e potrebbe essere ricoverata in ospedale, assieme al bambino che è con lei. Gli altri saranno condotti nel Cie di contrada Milo.
Sull’imbarcazione c’erano anche due minorenni non accompagnati, un pakistano di 16 anni e un egiziano di 17. Il numero maggiormente numeroso è rappresentato da migranti provenienti dal Pakistan che sono 23. Sono 12 quelli che arrivano dal Sudan, 10 dalla Libia, sette dalla Palastina, 4 ciascuno da Marocco e Algeria, due dall’Egitto, e uno ciascuno da Ciad, Nepal, Yemen, Ghana e Bangladesh.
I primi a scendere nel porto di Trapani sono stati i due migranti indagati in stato di libertà dalla Procura per violenza privata continuata ed aggravata in danno del comandante e dell’equipaggio del rimorchiatore Vos Thalassa. Sono il sudanese Ibrahim Bushara e il ganese Hamid Ibrahim. Entrambi erano scortati dalla polizia.
L’asse Quirinale-Palazzo Chigi ha accelerato lo sblocco dello sbarco dei 67 migranti dopo un salvataggio con un ‘giallo’ giuridico del rimorchiatore Vos Thalassa. E’ il premier Conte ad annunciare in serata la svolta: “Sta per iniziare lo sbarco dei migranti che sono a bordo della nave Diciotti”. “Sono state completate – spiega- le procedure di identificazione delle persone che erano a bordo, con particolare riguardo a quelle a cui risulterebbero imputabili le condotte che configurano ipotesi di reato”. Un intervento che crea “stupore” al Viminale per gli interventi di Mattarella e “rammarico” per la scelta della Procura sulla Diciotti. Ma è lo stesso ministro a confermare che “spera lo sbarco possa avvenire in nottata”.
Il “rammarico” è perché non sono state sposate le tesi della polizia e non ci sono stati arresti, ma due indagati in stato di libertà per violenza privata aggravata. La posizione di Salvini, che pretende chiarezza sulla vicenda, era stata dura: “O hanno mentito gli armatori denunciando aggressioni che non ci sono state e allora devono pagare, o l’aggressione c’è stata e allora i responsabili devono andare in galera”. Poi, in serata, un tweet per sottolineare l’esito della vicenda: “”Nave Diciotti, due indagati, scafisti individuati, tutti fermati e interrogati. È finita la pacchia!”, dice il ministro dell’Interno.
Gli ultimi sviluppi della Nave ferma in porto hanno spinto il Capo dello Stato a intervenire personalmente nel pomeriggio – rendono noto fonti di governo – chiamando il premier Giuseppe Conte.
Due potenziali colpevoli su quanto accaduto sul rimorchiatore Vos Thalassa, che ha soccorso 67 migranti, la Procura di Trapani li ha individuati: sono dei profughi, Ibrahim Bushara, sudanese, e Hamid Ibrahim, ganese, che, su indagini dello Sco, della squadra mobile e del Nucleo speciale intervento del Comando generale della Guardia Costiera, sono stati indagati in stato di libertà per concorso in violenza privata continuata ed aggravata in danno del comandante e dell’equipaggio del rimorchiatore.
Reato che non prevede l’arresto. Le accuse di impossessamento di nave e minacce ipotizzate dalla polizia non sono state ritenute contestabili dai pm. In ogni caso, l’attività di polizia giudiziaria non è ancora terminata. Per completare le indagini è previsto che vengano sentiti tutti i 67 migranti su nave Diciotti, due in qualità di indagati e gli altri come testimoni. Per questo, annuncia il premier, “nei prossimi giorni proseguiranno gli accertamenti, a cura della polizia di Stato, con assunzione delle informazioni testimoniali di tutte le persone che sono state trasportate”.
Secondo quanto si apprende il procuratore Alfredo Morvillo al momento non sta valutando l’adozione di alcun provvedimento cautelare, ma ha delegato alla polizia “approfondimenti investigativi in merito alla sussistenza di eventuali ulteriori reati”. Serviranno a capire cosa è accaduto veramente sul rimorchiatore Vos Tahalassa che ha soccorso 67 migranti la sera del 9 luglio. L’equipaggio sarebbe stato minacciato e circondato dai profughi per evitare che li riportassero in Libia, invece di fare rotta per il nord del Mediterraneo. Ma per la Procura di Trapani non c’è stata alcuna aggressione né impossessamento della nave, come era stato ipotizzato in un primo momento. Ci sarebbe forse stata una sopravalutazione del pericolo reale?.
Sarà l’inchiesta a chiarire anche questo. Le “indagini vanno avanti, nessuno minacci i nostri lavoratori – dice il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli – se il pericolo paventato a bordo della Vos Thalassa non corrispondesse al vero, lo dirà la magistratura”.
Sulla ricostruzione si registrano dichiarazioni non univoche dei vertici della Vroon, società olandese proprietaria della Vos Thalassa che lavora nel servizio di sorveglianza di una piattaforma petrolifera Total. Dice il portavoce Cristiano Vattuone a ‘La Verità’: “Nessuna insurrezione a bordo, la situazione è stata ingigantita dai giornali, non c’è stato nessun ammutinamento e nessuno è stato pestato”.
Le minacce, ci sarebbero state, bisogna capire quanto reali e immanenti siano state recepite dal comandante e dall’equipaggio o enfatizzate. La Procura di Trapani contesta la violenza privata continuata ed aggravata, che non prevede l’arresto.
Il ‘blocco’ della nave, che aveva ‘rischiato’ di rimanere a lungo in mare, è stato ‘rimosso’ dal Mit che ha autorizzato il suo arrivo a Trapani. Salvini ha negato contrasti con i M5s, “mai andati così d’accordo”, e col collega di governo Danilo Toninelli, “ci vado d’amore e d’accordo” e “ci siamo messaggiati”. La nave è rimasta a lungo in rada. Al suo ingresso in porto è stata accolta da un presidio antirazzista, che hanno scandito ad alta voce lo slogan ‘Restiamo umani, siamo tutti clandestini…”, nell’indifferenza però della città.
(Fonte: Gds.it)