Scattano i risarcimenti dei danni arrecati alla fauna selvatica nel Lago Preola e Gorghi Tondi di Mazara. A beneficiarne saranno i proprietari dei terreni agricoli che si trovano nel loro interno. Lo prevede l’articolo 7.2 del regolamento della Riserva naturale integrata, firmato dalla direttrice, Stefania D’Angelo, con riferimento al decreto amministrativo regionale del 4 novembre 1998. La riserva, in particolare, è assalita da cinghiali ed anche dal passaggio di greggi di pecore danneggiando non solo le colture ma tutto il territorio della Riserva. Una presenza che si sarebbe fatta minacciosa perché i cinghiali sarebbero stati visti in branco, tanto da spaventare chi ha nelle vicinanza un’abitazione di campagna. I cinghiali nel Lago Preola non sono una novità assoluta, già lo scorso anno, in particolare nel mese di agosto/settembre si è registrata una sorta di invasione. E’ stato, inoltre, segnalato che dalla Riserva, dove i cinghiali trovano rifugio nelle ore serali e notturne, gli animali si spostano anche nelle zone adiacenti di San Nicola, Quarara e Torretta Granitola. Il proprietario di un appezzamento di terreno confinante con la riserva, vede spesso le tracce del passaggio dei cinghiali: “Scavano dei fossi per cercare cibo fino ad arrivare alle radici, poi vanno via perché hanno paura del cane di guardia, ne ho visto transitare alcuni. In questo periodo si vedono spesso”. I danni alle colture sono ingenti tenendo conto che la parte SIC della Piana, Sciare di Mazara, come avviene tutti gli anni, è in massima parte bruciata per cui, ii cinghiale trova acqua e verde solo nell’ambito della riserva. “La presenza dell’animale – commenta la direttrice – non è soltanto nella Riserva ma su tutto il territorio, fino a Campobello di Mazara. La Riserva è solo un buon rifugio”. Sull’argomento interviene il naturalista Enzo Sciabica che afferma: “ I naturalisti mazaresi di Fare Ambiente, sin dal 15/5/2006, allora come aderenti all’Ass.ne “ACLI Anni Verdi”, hanno fatto presente all’ARTA, l’Ente gestore allora era da nominare in seguito a Bando Pubblico regionale, la presenza del cinghiale nella riserva. L’ARTA però sembra che non abbia preso in considerazione la segnalazione che fu ripetuta nel 2008. Allora sarebbe stato molto più semplice tentare di eradicare il suide dall’area protetta, ora non solo è molto più difficile, ma sarà molto più oneroso risarcire quegli agricoltori e quegli allevatori che potrebbero documentare i danneggiamenti subiti”. Per ottenere il risarcimento del danno, la ditta, titolare dell’azienda agricola, dovrà trasmettere all’Ente Gestore di Lago Preola e Gorgi Tondi, entro il termine di 7 giorni da quando si è verificato l’evento dannoso, pena l’esclusione, la formale richiesta di indennizzo del danno causato da fauna selvatica all’interno delle aree protette, corredata di tutta la documentazione prevista, comprensiva di fotografie, dalla quale si desuma la zona colpita nonché la caratteristica del danno subito. L’Ente Gestore predispone un ‘apposita istruttoria preliminare per la verifica dei requisiti di legge e comunica la notizia del danno alla Ripartizione faunistico – venatoria competente entro 3 giorni dalla presentazione dell’istanza del richiedente corredata della documentazione cartacea attinente al danno. La Ripartizione faunistico-venatoria, dopo ulteriori passaggi, perviene alla definizione ed alla determinazione del danno in termini economici. In ogni caso il Dipartimento Regionale dell’Ambiente dovrà comunicare entro il termine di 90 giorni dalla istanza di indennizzo, l’accoglimento o il rigetto della medesima al soggetto richiedente. La modulistica e l’elenco della documentazione da produrre potrà essere richiesta presso gli uffici della Riserva o scaricata dal sito www.wwfpreola.it
(Fonte: Giognale di Sicilia – Salvatore Giacalone)