La Marina argentina ha annunciato il ritrovamento, in fondo all’Oceano Atlantico, del sottomarino ARA San Juan, scomparso un anno fa con 44 membri di equipaggio. E’ stato individuato a 800 metri di profondità al largo della penisola di Valdes, in Patagonia. La Marina ha riferito che il ritrovamento è stato possibile grazie ad un sommergibile telecomandato dalla nave americana Ocean Infinity, noleggiata per cercare il sottomarino.
“C’è stata una identificazione ad esito positivo dell’ARA San Juan” alla profondità di 800 metri nell’oceano Atlantico, ha riferito su Twitter la Marina. La scoperta è stata annunciata due giorni dopo una commemorazione delle vittime organizzata dai familiari il 15 novembre, giorno della scomparsa.
La gestione della tragedia dell’Ara san Juan ha scatenato pesanti polemiche in patria e portato alle dimissioni di vari alti gradi, compreso il capo della Marina Marcelo Srur. Solo vari giorni dopo l’ultimo messaggio (15 novembre 2017), infatti, funzionari della Marina argentina ammisero che il sottomarino aveva riferito di problemi alle batterie. E quasi 10 giorni dopo venne confermato che c’era stata una esplosione a bordo, probabilmente connessa al problema riportato: l’equipaggio potrebbe essere morto a causa delle esalazioni velenose sprigionate dallo scoppio.
“Il sottomarino è imploso” – “Il sottomarino sembra essere intero, ma è ovviamente imploso e si trova a 870 metri di profondità”. Lo ha detto Gabriel Attiz, il comandante della base navale di Mar de Plata che era la base del sommergibile dopo avere incontrato le famiglie delle vittime. L’ufficiale ha poi sottolineato che “lo scafo nel suo complesso è rimasto intero, anche se ha perso praticamente tutto ciò che era attaccato esternamente, mentre nella parte superiore tre alberi, corrispondenti ai due periscopi e all’asta della bandiera, sono fortemente piegati”. L’elica inoltre risulta parzialmente insabbiata nel fondale. Fra le altre deformazioni osservate dall’esterno, ha proseguito, l’area di alloggiamento dei missili ed i camerini degli ufficiali appaiono completamente “sprofondati verso l’interno dello scafo”. Dopo aver ribadito che “tutto il materiale staccatosi dal sottomarino giace in un raggio di 70 chilometri, Attis ha sostenuto che “questo lascia pensare ad una implosione avvenuta poco prima che l’unità toccasse il fondo dell’oceano”.
(Fonte: Tgcom24.mediaset.it)