Uno dei problemi della Fase 2 è, per le grandi città come Milano e Roma, il lento ritorno al lavoro di decine di migliaia di persone, con la quasi certezza di nuovi affollamenti sui mezzi pubblici, in particolare sulle metropolitane. L’unica alternativa, è quella di incentiva la mobilità alternativa. Ma per non ritrovarsi a livelli di inquinamento peggiori del periodo pre-coronavirus, bisogna puntare su biciclette e monopattini. E infatti la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ha chiarito durante l’audizione alla Commissione Ambiente e Trasporti della Camera sulle ricadute da Covid-19 sul settore dei trasporti, che «è allo studio e in dirittura d’arrivo il riconoscimento di un “bonus di mobilità alternativa”, per città metropolitane e aree urbane con più di 50 mila abitanti, fino ad un massimo di 500 euro per l’acquisto di biciclette e monopattini».
Come usare il bonus
Il bonus dovrà incoraggiare dunque l’acquisto di biciclette tradizionali e biciclette con pedalata assistita, monopattini, segway e hoverboard. Allo studio anche la possibilità di usare il bonus per i servizi di car sharing o scooter sharing. La ministra non ha chiarito le modalità di distribuzione del bonus, ma probabilmente verrà erogato sottoforma di rimborso dopo l’acquisto.
Il problema è reale, secondo quanto riferito dalla ministra, sono circa tre milioni le persone in movimento dal 4 maggio sull’intero territorio nazionale. Di questi tre milioni, il 10% «utilizza mezzi pubblici». Il bonus per l’acquisto di biciclette e monopattini è un aiuto, ma di certo non sarà la soluzione. Per questo, secondo De Micheli sia le aziende dei trasporti che l’utenza si dovranno «attenere all’osservanza di misure necessarie a garantire un regolare svolgimento di questa seconda fase, al fine di ulteriormente contenere il diffondersi del contagio». L’esecutivo sta valutando misure di sistema per ridurre i picchi di traffico da un lato, e il possibile sovraffollamento del trasporto pubblico dall’altro. La ministra ha annunciato che dal 17 maggio scatterà «la fase 2.1 per i trasporti» con «integrazioni e correttivi» ai protocolli adottati finora «sulla base del confronto continuo con Regioni, operatori del settore e Comuni». Il modello organizzativo attualmente in campo potrà dunque subire «anche in tempi molto brevi» integrazioni «sulla base del monitoraggio dei flussi di traffico».
Fonte: Corriere.it – Massimiliano Jattoni Dall’Asén