Crescono i casi di Coronavirus in tutta Italia, con un picco che, secondo diversi virologi, sarà intorno a metà luglio. A favorire questa impennata, da un lato, la mancanza di restrizioni e dall’altro la variante Omicron 5 che, secondo gli ultimi studi, risulterebbe quella diagnosticata in prevalenza nelle persone contagiate.
Omicron, sintomi differenti tra le sottovarianti
Omicron 5, a differenza di altre precedenti varianti, non provoca sintomatologia di grave entità, colpendo prevalentemente le alte vie respiratorie, quindi trachea e bronchi, senza arrivare ai polmoni. I sintomi di Omicron 5, però, sono un po’ più evidenti delle altre sottovarianti. Si tratta di febbre anche alta e della durata di massimo 3 giorni, mal di gola, raffreddore e/o tosse, senso di debolezza, dolori. Ci sono sintomi invece meno presenti, quali la perdita del gusto, dell’olfatto, il mal di testa e le difficoltà respiratorie.
Omicron 5, periodo di incubazione
Il periodo di incubazione di Omicron 5 è lo stesso che quello delle altre sottovarianti: si aggira intorno ai 2-3 giorni dal momento del contatto con un soggetto positivo, anche se è più contagiosa.
Omicron, incubazione differente tra le sottovarianti
Differenze anche per quanto riguarda la durata della positività. Con Omicron 5 è più breve, già dopo 5-7 giorni ci si negativizza, mentre con le precedenti, la media era di 10 giorni, e in taluni casi anche si arrivava anche a 20.
Omicron 5 e i vaccini
Per quanto riguarda la resistenza ai vaccini, Omicron 5 è resistente agli anticorpi sviluppati sia in occasione di precedenti infezioni che tramite vaccinazione e quindi c’è un’alta possibilità di contagio. Quindi anche chi si è sottoposto alla dose booster ha la possibilità di infettarsi nuovamente.
Fonte: gds.it