Il blitz è stato pianificato mentre l’attenzione dei big di partito era rivolta alle nomine dei direttori amministrativi e sanitari di Asp e ospedali. Forza Italia proporrà all’Ars di dare la priorità anche alla riforma degli enti locali. Un testo che prevede, in estrema sintesi, di consentire a ogni sindaco siciliano di arruolare un assessore in più rispetto ai numeri attuali. E poi, ancora, di introdurre il secondo vice presidente del consiglio comunale e la figura del consigliere supplente, cioè il primo dei non eletti che subentrerebbe a chi passa dallo scranno alla giunta per tutta la durata dell’incarico di assessore.
Va detto che il disegno di legge è composto da 12 articoli che dettano nuove regole anche per altri pilastri dell’architettura dei Comuni. Ma la parte che punta a moltiplicare le poltrone è quella che fa più gola ai partiti.
Forza Italia ha deciso di accelerarne l’esame. Nel pomeriggio di lunedì, mentre all’assessorato alla Sanità andava in scena il vertice con i manager, il capogruppo Stefano Pellegrino ne ha parlato col presidente Schifani dovendo pianificare il calendario da proporre alla riapertura del Parlamento. Prevista per il 10 settembre, più di un mese dopo l’ultima seduta. «Abbiamo concordato – sintetizza Pellegrino – di dare priorità alla riforma urbanistica e a quella degli enti locali. La seconda è già in commissione e contiamo di fare in modo che sia pronta per l’aula entro fine settembre».
Il presidente ha però suggerito di dare una corsia preferenziale alla riforma che recepisce le misure del decreto Salva-casa varato a livello nazionale da Salvini. E insieme a questa ha chiesto di spingere la riforma dei consorzi di bonifica e quella dirigenza regionale che permetterà a marzo di rinominare i vertici dei dipartimenti.
Dopo questi testi si passerà alla riforma degli enti locali, che in commissione è forte del vento soffiato sulle vele dal presidente, il democristiano Ignazio Abbate. L’articolo principale è quello che prevede l’aumento del numero di assessori: «Non si tratta di un aumento tarato sul numero di residenti – spiega Pellegrino -. La legge consentirà indistintamente di aggiungere un assessore a quelli attuali». A Palermo la giunta passerebbe da 11 a 12 assessori. A Catania si crescerebbe fino a 11. Negli altri capoluoghi si passerebbe da 9 a 10. Mentre grandi Comuni come Gela, Bagheria e Marsala vedrebbero aumentare da 7 a 8 i posti in giunta. I centri più piccoli passerebbero da 4 a 5.
Sulla carta si tratta di 390 nuove poltrone. Alcune molto allettanti, visto che poco più di un anno fa l’Ars aveva votato una legge che aumentava gli stipendi dei sindaci e degli assessori. Portando quelli degli assessori a livelli mai visti prima: a Palermo si arriva fino a 9 mila euro lordi al mese. E assicurare questi aumenti a sindaci e assessori in tutta la Sicilia costa già 930.972 euro al mese, cioè 11.171.669,98 euro all’anno.
Per questo motivo il Pd proporrà di modificare il disegno di legge consentendo ai sindaci di aumentare il numero di assessori ma a costi invariati: «Non siamo pregiudizialmente contrari. Ma per noi gli attuali assessori devono ridursi lo stipendio per ritagliare così le somme necessarie a finanziare quello del collega che si aggiungerà» anticipa il capogruppo all’Ars Michele Catanzaro.
Sulla riforma c’è, seppure sotto traccia, una maggioranza trasversale. Che guarda anche a due altre norme: la prima permette di nominare un secondo vice presidente del consiglio comunale. La seconda introduce la figura del consigliere supplente: è il primo dei non eletti del partito degli assessori che entrano in giunta ma hanno anche un seggio. In quel caso l’assessore viene sospeso dal consiglio e gli subentra, appunto, un supplente.
La riforma contiene pure una modifica (in aumento) del numero di voti che servono in consiglio comunale per approvare la mozione di sfiducia contro il sindaco e innalza la quota obbligatoria di donne presente nelle giunte fino al 25%.
In attesa che tutto questo maturi in commissione Affari Istituzionali all’Ars, nella Bilancio Schifani ha incassato il via libera al Documento di economia e finanza regionale, che passa adesso all’aula per l’approvazione finale. Approvato a fine giugno dal governo Schifani, il Defr prevede un quadro di aumento del Prodotto interno lordo (Pil) tendenziale dell’1,1% nel 2025, dello 0,9% nel 2026 e dello 0,8% nel 2027, mentre le previsioni per l’anno in corso parlano di una crescita dello 0,7%.
Fonte: Gds.it