COMITATO CITTADINO PER LA TUTELA DELLE RISORSE IDRICHE E AMBIENTALI DEL TERRITORIO DI MAZARA DEL VALLO
La speranza è affidata ai cittadini.
In settimana la consegna delle firme della campagna “Sì al dissalatore “
Siamo una cellula dello stesso corpo.
Mille azioni simili alla nostra, vengono fatte nei più disparati spazi dove vivono cittadini che sentono e soffrono l’ingiustizia sociale, la privazione dei beni essenziali, la paura per la qualità della vita, che si sta sempre di più deteriorando.
Acqua, aria, terra attaccati da un uomo rapace che guarda all’oggi e non al domani, che depreda più che salvaguardare.
Non demordiamo perché siamo nel giusto e siamo tanti, che, pur agendo su pezzi di modo ammalato, mirano al risanamento dello stesso tutto.
Non possiamo continuare a rimanere inascoltati.
La massa cresce.
Si dovrà pure accorgere, chi governa, che fuori dai luoghi delle decisioni prolifera una opposizione.
In questo grande quadro abbiamo inscritto la nostra campagna “Sì al dissalatore”.
Un lavoro di sei mesi, e che perdura, nelle piazze e nelle vie della città, sotto il vento e la pioggia, sotto il sole e con il caldo.
Le ragioni dell’ostinata richiesta di un dissalatore, al posto del denitrificatore, voluto dall’amministrazione, si possono sintetizzare in tre:
1.Il dissalatore preleva acqua dal mare e scarta sale, il potabilizzatore preleva acqua inquinata e scarta inquinanti;
2.Il dissalatore non sottrae acqua dal sottosuolo, il che, in tempo di siccità, è un bene, il potabilizzatore sottrae acqua dal sottosuolo, il che, in tempo di siccità, è un male;
3.Il dissalatore fa riposare la falda, inquinata da nitrati e riduce il processo di nitrificazione dell’acqua, il potabilizzatore stressa la falda inquinata da nitrati e aggrava il processo di nitrificazione dell’acqua.
La campagna “Sì al dissalatore” ha voluto anche denunciare lo spreco di denaro pubblico per la realizzazione di un impianto con tecnologia obsoleta, da adeguare al verificarsi dell’aumento dei nitrati nell’acqua -fenomeno già registrato- e la sua ridotta utilità, visto che fornirebbe acqua potabile alla sola zona di Tonnarella e Trasmazzaro, mentre la zona est della città è già colpita dallo stesso fenomeno di inquinamento.
La cosa più grave, che viene imputata al sindaco, è quella di non aver portato in ATI la questione nitrati come con enfasi si era impegnato a fare, di non voler cercare ancora una alleanza con i sindaci dei comuni di Petrosino e Marsala, comuni nei quali si registra lo stesso fenomeno, al fine richiedere finanziamenti adeguati alla realizzazione del dissalatore.
Non vediamo un sindaco che assume pienamente il ruolo che gli compete in ATI, che dà incarichi di progettazione per chiudere lo spazio a Siciliacque, azienda che si presenta come “salvatrice dell’umanità quando si impegna a portare acqua da Monte Scuro ai tre comuni, mentre non fa altro che i suoi interessi, ricevendo lauti finanzianti per le opere che intende realizzare e per lucrare in seguito, con la riscossione delle salate bollette che sa emettere.
Un dissalatore per i tre comuni, con lo stesso finanziamento ottenuto da questa azienda privata, lascia l’acqua in mano ai sindaci, da gestire nei singoli comuni.
Di fronte alla soluzione arretrata e miope, che il sindaco si appresta a mettere a segno, il CoCRIAM oppone una soluzione avanzata e che si colloca in un orizzonte spazio- temporale ampio.
Oggi, solo una opposizione forte, una alzata di testa dei cittadini dei tre comuni, uniti, può fermare la spavalda avanzata di Siciliacque a privatizzare l’acqua che per natura è pubblica.
Comitato Cittadino per la Tutela delle Risorse Idriche e Ambientali del Territorio di Mazara del Vallo
Silvana Mannone