I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) o più comunemente “Disturbi dell’Alimentazione” sono patologie caratterizzate da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo.
Solitamente insorgono durante l’adolescenza e colpiscono soprattutto il sesso femminile, sebbene negli ultimi decenni si sia verificato un aumento nel numero dei maschi coinvolti.
I comportamenti tipici di un disturbo dell’alimentazione sono:
-la diminuzione dell’introito di cibo;
-il digiuno;
-le crisi bulimiche, ovvero ingerire una notevole quantità di cibo in un breve lasso di tempo;
– il vomito -per controllare il peso,
-l’uso di anoressizzanti, lassativi o diuretici allo scopo di controllare il peso;
– un’intensa attività fisica.
Il fatto che alcune persone ricorrano ad uno o più di questi comportamenti, non implica necessariamente che esse soffrano di un disturbo dell’alimentazione: esistono infatti dei criteri diagnostici ben precisi che chiariscono cosa debba intendersi come patologico e cosa invece non lo è. In particolare, soffrire di un disturbo dell’alimentazione sconvolge la vita di una persona e ne limita le sue capacità relazionali, lavorative e sociali poiché tutto ruota attorno al cibo e alla paura di ingrassare. Eventi e situazioni comuni e banali, come andare in pizzeria o al ristorante con gli amici, partecipare ad un compleanno o ad un matrimonio, diventano motivo di ansia e disagio e spesso portano chi li sperimenta ad attuare delle manovre di evitamento per scongiurare il rischio della perdita di controllo sull’alimentazione o dell’essere visti dagli altri mentre si rifiuta il cibo.
I principali disturbi dell’alimentazione sono l’Anoressia Nervosa, la Bulimia Nervosa e il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (o Binge Eating Disorder –BED-); i manuali diagnostici, inoltre, descrivono anche altri disturbi correlati, come i Disturbi della Nutrizione (Feeding Disorders) e i Disturbi Alimentari “sottosoglia”, categoria utilizzata per descrivere quei pazienti che pur avendo un disturbo alimentare clinicamente significativo non soddisfano i criteri per una diagnosi piena.
Nonostante la pericolosità e la dannosità di tali disturbi, solo una piccola percentuale di persone che ne soffrono dell’alimentazione chiede aiuto. Nel caso dell’Anoressia Nervosa, ad esempio, questo può avvenire perché la persona all’inizio non sempre si rende conto di avere un problema: anzi, inizialmente la perdita di peso può far sentire la persona meglio, più magra, più bella e più sicura di sé e ricevere complimenti durante la loro iniziale perdita di peso può rinforzare la sensazione di stare facendo la cosa giusta.
Nel momento in cui la perdita di peso risulta eccessiva, o comunque si verifica un cambiamento importante nell’aspetto fisico, emergono negli altri preoccupazione e disagio che conducono spesso ad una difficoltà nell’affrontare l’argomento; in genere sono i familiari che, per primi, allarmati dall’eccessiva perdita di peso, si rendono conto che qualcosa non va. Anche per loro però non è facile intervenire, soprattutto quando la figlia o il figlio non hanno ancora nessuna consapevolezza del problema e rispondono con frasi come “Non ho nessun problema!”, “Sto benissimo!”.
Anche chi soffre di Bulimia Nervosa spesso si rivolge ad un professionista solo dopo molti anni da quando il disturbo è cominciato; come nell’Anoressia, inizialmente non si ha una piena consapevolezza di avere una malattia, ma soprattutto un forte senso di vergogna e di colpa sembra “impedire” alla persona di chiedere aiuto o semplicemente di confidare a qualcuno di avere questo tipo di disturbo.
Il fatto di non riconoscere di avere un problema o di usare i sintomi del disturbo alimentare per cercare di risolvere le proprie difficoltà può avere delle importanti conseguenze sulla richiesta di un trattamento: è quindi di notevole importanza che i familiari o le figure di riferimento più vicine propongano un intervento deciso e mostrino totale vicinanza e consapevolezza del momento di difficoltà.
Dott.ssa Alessia Zappavigna –Psicologa